Con un crepitio, un ronzio e un drone, siete pronti a scivolare nelle intermittenze in stereo del chitarrismo di Bill Nace e – beh, QUESTA è una gran bella sorpresa – Bill ha fatto un disco tutto suo.
Negli ultimi 15 anni, Bill è stato un fidato impro partner per molti: Steve Baczkowski, Chris Corsano, Paul Flaherty, Greg Kelly, James Twig Harper, Samara Lubelski e Thurston Moore, oltre a Body/Head, per citarne solo una manciata. È apparso probabilmente in più di 50 album, ma a parte qualche cassetta da solista in passato, Both è il suo primo, vero album da solista. Ci è voluto molto tempo e proprio come speravamo è davvero una bomba.
Bill ha costruito Both con le nervature di composizione che emergono dalle sue improvvisazioni. I piccoli dettagli, come lo scricchiolio del contatto tra le dita e le corde, il ronzio dell’amplificatore in un momento di pausa, il ritmo implicito in una forma d’onda e da lì perseguito e costruito, si accumulano in melodie, deviazioni climatiche e sottostanti espressioni emotive prima di accarezzare di nuovo il silenzio. Nel primo singolo “Part 5”, il metodo Nace è perfettamente in azione. Osservando la pulsazione all’interno di una raffica di feedback, Bill vi risponde con dei contro-riff per attenuarsi poi sul beat originale e accompagnare questo nuovo ritmo, che ha una forma d’onda più congeniale, simile a un synth, producendo nelle sue oscillazioni una calda stratificazione di armonici imprevisti.
Che stiate cercando pulizia o ulteriore perversioni dell’accademia del suono del ventunesimo secolo, qui troverete entrambe le cose.
Clicca sulla copertina per ascoltare "Part 5"