Dai lontani esordi come duo fino a questo nuovo Blue Weekend, la strada intrapresa dai Wolf Alice li ha portati a una sempre crescente consapevolezza artistica, con cui si sono conquistati, disco dopo disco, la stima della critica e l’affetto dei fan. Il loro album di debutto del 2015 My Love Is Cool era salito al secondo posto nelle classifiche degli album del Regno Unito, così come il loro secondo album Visions of a Life, che ha anche vinto lo Hyundai Mercury Prize del 2018. Una carriera relativamente breve (la band è in circolazione da un decennio) ma ricca di successi che hanno alimentato un notevole hype, anche oggi, nonostante quattro anni di silenzio, decisamente in crescita.
Inevitabile, quindi, che le aspettative per il loro ultimo album, Blue Weekend, fossero particolarmente alte e spinte, soprattutto, dalla curiosità di vedere se il buon lavoro fatto fino ad ora confermasse il loro status di una delle migliori band britanniche oggi in circolazione.
Per lavorare al disco, la band si è trasferita in un Airbnb nel Somerset, luogo in cui Ellie Rowsell (voce), Joff Oddie (chitarra), Theo Ellis (basso) and Joel Amey (batteria), hanno riacceso i motori di una macchina ferma da troppo tempo e si sono messi al lavoro su una serie di vecchi demo, che sono stati il punto di partenza per le nuove composizioni.
Il risultato, ancora una volta, è ottimo. I Wolf Alice non hanno mai avuto paura di mescolare i generi all’interno della stessa scaletta (dal pop al punk, dall'indie rock al folk), ma in Blue Weekend lo fanno con un'audacia che dimostra un controllo totale sul suono, che ondeggia senza il minimo sforzo dal languido shoegaze folk di Safe From Heartbreak (if you never fall in love) alla furia punk della graffiante Play the Greatest Hits, senza che il disco perda un briciolo di coesione e coerenza. Alla base di tutto ciò ci sono valori di produzione davvero raffinati, che conferiscono all'album un suono ambizioso e cinematografico, che si adatta perfettamente al materiale proposto.
Citare un brano invece di un altro sarebbe fare un torto a un lavoro che risulta brillante dalla prima e ultima traccia, ma se proprio si deve, i languori dream pop di The Beach II, che chiude mirabilmente l'album, e l'indie rock ansiogeno di Smile sono momenti eccelsi, che sottolineano la caratura di una band che sembra essere arrivata allo snodo decisivo della propria carriera.
Non è un caso che proprio in Smile la Rowsell pronunci la frase "Sono quello che sono e sono bravo a farlo". Un’affermazione che, lungi dal denotare arroganza, suggerisce invece la consapevolezza di una band dalle idee chiarissime, che sa da dove è venuta e sa esattamente dove vuole andare. I Wolf Alice posso vantarsi, e a ragione, di essere una band dal profilo originale, che ha saputo creare un suono davvero unico, che oggi plasma con assoluta autorevolezza. Blue Weekend è, quindi, un disco ambizioso che raggiunge tutti gli obbiettivi che si è prefisso: emozionare, stupire, divertire.Altamente raccomandato.