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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
12/07/2017
BellRays
Black Lightning
di Giorgio Cocco

Come si fa a non perdere la testa per Lisa Kekaula. All’apparenza una da Sundance Film Festival. Un donnone di quelli che si possono incontrare tra le corsie dei supermercati a riempire carrelli fottendosene del bio e del residuo fisso nell’acqua minerale. Perennemente imbronciata e in lite con la bilancia, lavoro precario, marito chissàdove, figli in loop con Nike, Hip Hop e junk food, un’amica fuori di testa fissata con treccine e manicure a cui raccontare i disastri quotidiani nel tinello di casa. Stronzate. Lei in realtà è una dea Punk Blues, la frontwoman ipercinetica dei BellRays! Una di quelle che il marito nullafacente prima lo fanno fuori e poi lo gettano via, a pezzettini, nel tombino più vicino e, i pargoli XXL, se li mangia a colazione ripromettendosi di non farne altri. Scherzo, ma l’ho sempre immaginata così. Una incazzatissima bomba Blaxploitation, capigliatura afro, lingerie d’ordinanza e revolver infilato nella giarrettiera. Naturalmente non ho la minima idea di cosa faccia nella vita Lisa Kekaula una volta smessi i panni della vocalist dei BellRays, o meglio, una cosa la so, Rob Vennum, lo scatenatissimo bassista/chitarrista, è pure suo marito. Mentre invece ho ben chiari i motivi che hanno fatto sì che questa band diventasse una delle mie preferite negli ultimi 20 anni. Caparbiamente controtendenza, daranno sostanza e continuità R’n’R agli anni che ci faranno scollinare in direzione terzo millennio. Cosa per nulla scontata, sono anni di grande rimescolamento musicale in cui, tutto e il contrario di tutto, avrà la stessa presunta dignità. Per tantissimi il Rock non è più il contenitore di riferimento e il Blues è un vecchio arnese da dimenticare in cantina. E’ la fine di un epoca, quella degli steccati musicali. Quella dei gusti son gusti e vaffanculo alle passioni di una vita! Ma noi si resiste, si resiste alla grande, anche grazie ai BellRays!  Muovono i primi passi agli albori dei ’90, culo al caldo in California, testa e cuore a Chicago o Detroit. L’esordio in grande stile è però solo del 1998 con Let It Blast, brani provenienti da vecchie demo e materiale nuovo di zecca. Con l’ingresso in pianta stabile di Tony Fate alla chitarra il Punk irrompe nelle loro composizioni, e la festa, quella vera, può cominciare. Da allora solo materiale altamente infiammabile. Sette album in tutto, otto se aggiungiamo In The Light Of The Sun, uscito su cassetta nel 93 e riproposto su cd nel 2002. Black Lightning, ultimo della serie, è l’ideale e dirompente compendio della loro avventura musicale. A mio parere il disco più bello dei BellRays.  Si parte con la title track, prima tranvata sul grugno. Hell On Earth é la seconda! Due arroventati Hard Blues speziati Punk’n’Roll con la voce di Lisa che arriva là dove pochissime, tra quelle della sua generazione, possono vantarsi di aver dato anche solo una sbirciatina E’ un uno-due di scellerata potenza: knock-out tecnico, asciugamano sul quadrato, tutti a casa! A stemperare così tanta energia Sun Comes Down, un brano che, fosse uscito qualche lustro prima, avrebbe fatto esultare il Tarantino di Jackie Brown. Si riparte, mille all’ora, con On Top,  incalzante come poche, riff tamarro quanto basta. Altri 3 minuti di puro orgoglio R’n’R. Ci si rilassa per 4:00 minuti con Anymore (Peter Buck e Bettye LaVette in session?), per tornare a scatenarci subito dopo con Power To Burn, Living A Lie, Everybody Get Up e Close Your Eyes. Incredibile sequenza di brani a rotta di collo nei quali tutte le prerogative dei BellRays vengono esibite senza fronzoli e a volumi altissimi. Chiude la scaletta The Way, una sciccheria R’n’B, la grappa millesimata da centellinare elegantemente a fine serata dopo esserci scolati, direttamente dalle bottiglie, tutto il banco delle IPA!

 

Nel 2013 è uscito l’album omonimo dei Lisa & The Lips. Una nuova ragione sociale e un nuovo inizio per Kekaula & Vennum alla ricerca di un pubblico decisamente più abbordabile. Il disco non è male ma gli spettacolari BellRays sono stati e, speriamo possano ancora essere, altra cosa.