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REVIEWSLE RECENSIONI
Beyond The Reach Of The Sun
Anciients
2024  (Season Of Mist)
PROGRESSIVE METAL / HARD ROCK
8/10
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26/11/2024
Anciients
Beyond The Reach Of The Sun
Sono passati ben otto anni in studio dall'ultimo disco dei canadesi Anciients, che tornano con un centratissimo filotto di canzoni prog metal fantasiose e suona come Dio comanda.

Dei canadesi Anciients si erano perse le tracce, e più di una voce li dava morti e sepolti, tanto sono stati lontani dai radar della musica che conta. Un’incomprensibile anomalia se si pensa che il loro debutto del 2013, Heart Of Oak, gli aveva regalato un’inaspettata ribalta, facendoli confluire nel novero delle band prog metal più promettenti del momento, per quel loro impasto sonoro potente ma accessibile, segnato da un personalissimo connubio multiforme, ove confluivano heavy metal classico, sludge, death, black, psichedelia, e un impianto melodico tracimante di idee.  

Poco prima della loro seconda uscita, Voice Of The Void del 2016, il chitarrista/cantante Kenny Cook e sua moglie hanno avuto un bambino, evento emozionante e felice, se non fosse stato seguito da inaspettati problemi cardiaci derivanti dalla gravidanza, che hanno messo seriamente a rischio la salute della donna. E quando le cose si sono risolte e la carriera della band stava per decollare, alcune importanti defezioni (il chitarrista e fondatore Chris Dyck ha mollato il colpo) e i giorni oscuri della pandemia, il conseguente lockdown e le annesse restrizioni, hanno assestato un colpo decisivo alle speranze di successo del gruppo, che si è visto tarpare le ali proprio nel momento del decollo.

Ecco, dunque, spiegati gli otto anni di stasi, uno iato tanto lungo da poter apparire come una pietra tombale sulla carriera degli Anciients, e che invece ha permesso alla band di dare alle stampe quello che è indubbiamente il miglior lavoro in carriera. Il tempo trascorso, evidentemente è stato ben impiegato, le idee sviluppate a dovere, il suono affinato.

 

Il disco è una sorta di concept album che narra le vicende di un mondo del futuro invaso da alieni malvagi in grado di oscurare il sole, così da mettere a rischio l’esistenza stessa del pianeta. La resistenza, la lotta e la fedeltà alla propria cultura e ai propri valori etici sono l’unica strada per non sprofondare nelle tenebre.

Il senso della metafora, il cui ovvio riferimento sono i giorni bui in cui viviamo, viene assecondato da un impianto musicale fantasioso, da un caleidoscopio di abbinamenti che stupisce, non solo per varietà, ma anche per il perfetto equilibrio fra slancio e ponderatezza, fra melodia e ringhio metal, fra voci pulite, quasi setose, e rabbioso growl.

Tutta la scaletta, nonostante i continui cambi di registro, fluisce compatta e armoniosa, grazie anche a una produzione che mette a fuoco perfettamente ogni strumento, magistralmente suonato da una band tecnicamente ineccepibile.

 

Se vogliamo fare il solito gioco di rimandi, è inevitabile trovare echi di grandi band, che indubbiamente hanno ispirato gli Anciients, quali Mastodon (la bellissima "Despoiled" suona come un outtake da Crack the Skie), Opeth, Voivod e Katatonia. La band originaria della Columbia, però, forse cita, ma non copia mai, ed è in grado di stupire per come sa dosare finemente il proprio talento, senza mai cadere nella trappola di molti musicisti che si cimentano con partiture prog, e cioè indulgere nella tecnica fine a se stessa o abbandonarsi a derive onaniste e troppo concettuali.

Qui, conta soprattutto la scrittura, evidente in un filotto di brani che tiene sempre accesa l’attenzione dell’ascoltatore, sia che si metta il punto esclamativo sulla declinazione prog della strepitosa "Celestial Tyrant", canzone che si sviluppa per accumulo, sia che tocchi le corde della malinconia con l’appassionata "Is It Your God", dalla splendida linea melodica, sia che prenda la strada dell’emozionante crescendo come nella conclusiva "In The Absence Of Wisdom".

 

Otto anni di intervallo fra un disco e l’altro sono davvero tanti, ma lo scorrere del tempo ha dato modo agli Anciients di affinare la propria proposta alzando il livello di parecchie tacche e ripagando l’attesa di chi già pensava di essere rimasto orfano della loro musica. Nella speranza che il prossimo album sia prodotto in tempi più stringati, questo Beyond The Reach Of the Sun farà la gioia di quanti amano il prog metal, materia qui declinata come solo le grandi band sanno fare.