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MAKING MOVIESAL CINEMA
Bang Bang Baby
Andrea Di Stefano
2022  (Prime Video)
POLIZIESCO DRAMMATICO SERIE TV
7/10
all MAKING MOVIES
20/06/2022
Andrea Di Stefano
Bang Bang Baby
Per quanto non perfetto Bang Bang Baby si dimostra un prodotto molto piacevole che riesce nell'arco delle dieci puntate a costruire una manciata di personaggi parecchio accattivanti, a prescindere dall'implausibilità del rapido percorso di crescita (criminale) della protagonista Alice.

Italians do it better! Beh, non proprio ma comunque bene, almeno in questo caso. Con Bang Bang Baby l'ideatore Andrea Di Stefano e la produzione di The Apartment e Wildside confezionano una serie che ha tutte le potenzialità per funzionare bene anche all'estero, distribuisce Prime Video e quindi il gioco è praticamente fatto. Nulla di nuovo sotto il sole, siamo ancora nei nostrani territori criminali, questa volta è la Santa calabrese a essere protagonista, la 'ndrangheta trapiantata a Milano con le mani in pasta in affari redditizi, nella fattispecie un grosso affare riguardante Malpensa, che dovrebbe venire oliato e favorito da Salvatore Ferraù (Giuseppe Cutrullà), detto 'u damerino, personaggio che ahinoi viene accidentalmente ucciso impedendo all'affare di andare in (aero)porto.

Con queste premesse è facile pensare a nostri prodotti seriali come Gomorra, Romanzo Criminale o Suburra, in realtà Bang Bang Baby è qualcosa di un pochino diverso. Ha un approccio che gioca molto con il grottesco con una manciata di personaggi di molto sopra le righe, si concentra sul percorso di crescita e formazione della protagonista (a voi decidere quanto credibile, spoiler... non tantissimo), trova nell'estetica il suo punto di forza e ci ripropone (ancora una volta, sì) un'immersione nel decennio degli 80 che nonostante sia ormai una scelta classificabile quasi come "abuso edilizio" alla fine non stona e permette di fare un po' di italico amarcord per scenografie e cultura d'epoca (e per cultura si intende ovviamente cultura molto pop, dalla pubblicità dei Big Babol ai telefilm che passavano nella televisione italiana dell'epoca, alla musica leggera, etc...). Ma si diceva di quel Salvatore Ferraù...

 

Hinterland milanese, anni Ottanta. Alice Giammatteo (Arianna Becheroni) è un'adolescente orfana di padre, cresciuta dalla madre Gabriella (Lucia Mascino), una donna che in gioventù sposò Santo Barone (Adriano Giannini), esponente della malavita calabrese freddato in un agguato mentre era in gita al Luna Park con la famiglia. Un giorno Alice legge la notizia dell'avvenuto arresto proprio di Santo Barone, suo padre, una notizia che fa crollare l'intero mondo della ragazza che prima inveisce contro la madre per averla privata della possibilità di vivere con il padre (la madre sapeva e per proteggere la figlia...), poi, aiutata dall'amico molto gay Jimbo (Pietro Paschini) tenta di riavvicinarsi alla famiglia paterna, a partire dalla figura di nonna Lina (Dora Romano), vedova e attuale capo della famiglia Barone, donna che mira a essere la prima fimmina a comandare la Santa, in affari con la famiglia Ferraù, di stanza in Calabria (o Calafrica, come la chiamano i corrotti politici milanesi) e pronta a mettere le mani su Malpensa.

Ora accade che Santo, papà di Alice, viene arrestato, nudo, sotto casa del damerino il quale, coincidenza, è sparito facendo saltare l'affare Malpensa, cosa che fa arrabbiare molto nonna Lina e i Ferraù tutti; tra questi il fratello del damerino, Nereo Ferraù (Antonio Gerardi) che salirà a Milano per vendicare la presunta morte del consanguineo. Nereo è un personaggio molto particolare, mezzo matto, tenuto a bada dai farmaci e dalla cugina Assunta (Giorgia Arena), un specie di medium che si affida al bastone di San Giuseppe e al mantra di "cornuto di Dio, cornuto di Dio, vedimi tu!". Ovviamente con il coinvolgimento delle due famiglie la situazione si complicherà parecchio e Alice non si troverà solo a dover rintracciare suo padre ma anche a destreggiarsi nel mondo della malavita per salvargli la pelle.

 

Per quanto non perfetto Bang Bang Baby si dimostra un prodotto molto piacevole che riesce nell'arco delle dieci puntate a costruire una manciata di personaggi parecchio accattivanti, a prescindere dall'implausibilità del rapido percorso di crescita (criminale) della protagonista Alice, una brava Arianna Becheroni.

Si punta tantissimo, troppo forse, su un'estetica estremizzata da foschie illuminate al neon, il reiterarsi di soluzioni visive caratteristiche donano all'opera una cifra di stile molto riconoscibile, tecnicamente davvero ben realizzata, magari appunto un po' abusata, dopo qualche puntata effettivamente alcune soluzioni sanno di eccesso (te le buco queste luci al neon, viene da pensare) ma nel complesso la scelta paga e permette al prodotto di tirarsi fuori dalla piatta media destinata ad altre decine di produzioni.

Sebbene il ritorno agli eighties sia ormai visto e stravisto lo stratagemma continua a far piacere, tanto più che qui siamo, almeno come ambientazione, negli anni Ottanta italiani, con le cabine del telefono dell'epoca, gli abiti, le automobili (la Ritmo), etc... mentre in sottofondo spopola la cultura d'importazione, dagli onnipresenti Wham!, vero pallino di Nereo, emulo sfigato del più prestante George Michael, alle Charlie's Angels, dall'Incredibile Hulk di Lou Ferrigno ai cartoni animati giapponesi che si guardavano all'epoca (mica si chiamavano anime).

Il vero punto di forza in una storia tutto sommato prevedibile nel finale sta nella caratterizzazione riuscita di alcuni personaggi sostenuti dalla bravura degli attori, su tutti la nonna Lina interpretata da una superba Dora Romano, vista di recente in È stata la mano di Dio e forse troppo poco conosciuta dal grande pubblico, impareggiabile l'accoppiata Nereo (il personaggio migliore a parere di chi scrive) e Assuntina, uno in fissa con George Michael l'altra con il sogno di fare la maga in tv.

Alla fine ne esce una storia criminale diversa dal solito, più ingenua nella struttura, meno violenta, con diversi passaggi grotteschi e divertenti, il prodotto è infatti adatto anche per gli adolescenti, richiamati dal pezzo indovinato di Madame in colonna sonora (L'eccezione), la serie cresce con il passare delle puntate e senza creare nulla di rivoluzionario offre un ottimo intrattenimento che ha tutte le carte in regola per avere un buon successo. Per ora si chiude qui, con una cascata di smarties, in attesa di una seconda stagione data per certa.