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REVIEWSLE RECENSIONI
As The Moon Rests
A.A. Williams
2022  (Bella Union)
IL DISCO DELLA SETTIMANA ALTERNATIVE
9/10
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31/10/2022
A.A. Williams
As The Moon Rests
A.A. Williams torna con un secondo album di canzoni originali stupefacente, il cui mood crepuscolare e malinconico è strattonato dalla vorticosa elettricità di chitarre elettriche post rock e metal.

Forever Blue era stato, a parere di chi scrive, uno degli album più suggestivi del 2020. Un disco gotico e notturno, che aveva attirato l’attenzione di stampa e pubblico, grazie a un filotto di canzoni emotivamente vulnerabili, interpretate con voce bassa e commossa, e avvolte da orchestrazioni lussureggianti, spesso preludio di intensi crescendo post rock. Con Songs From Isolation, uscito nel 2021, A.A. Williams aveva destrutturato grandi classici della letteratura rock (Cure, Pixies, Radiohead, etc.) immergendoli nella cupa disperazione dei giorni del lockdown.

Un’inquieta creatività, quella dell’artista inglese, che è culminata nella composizione di questo As The Moon Rests, un disco che si distanzia leggermente dalla cifra estetica dei suoi predecessori, pur mantenendo inalterato il mood malinconico e mesto, che è il marchio di fabbrica di una sensibilità artistica complessa e profonda. Fin dall’iniziale "Hollow Heart", infatti, è chiaro che questo sia un album molto più orientato al rock, anche se la preponderante elettricità delle chitarre è comunque compensata da altrettanti passaggi sonori delicati e meditabondi.

"Evaporate" possiede un’anima melodica minimalista, costruita su poche note di pianoforte, strapazzate da un riff di chitarra urticante, i cui echi quasi doom danno alla canzone un ronzante senso di disperazione. Come sempre, la voce della Williams è al centro della scena, il suo timbro è al contempo intensamente vulnerabile e totalmente accattivante. Qui, il mood gotico possiede una potenza espressiva tanto elegante quanto disturbante, una sensazione, questa, che permea l’intero minutaggio di un disco ambizioso e emotivamente ricco.

L’ambiguo titolo del disco, inoltre, crea ulteriori suggestioni, anche visive: sembra ammiccare alla luce decrescente del giorno che va a morire, ma preso alla lettera può suggerire anche il graduale sorgere del sole, mentre la luna si ferma a riposare. In ogni caso, al centro della scena, c’è una visione di chiaro scuri, in cui la luce incerta del crepuscolo si posa su tutte le undici canzoni in scaletta.

Una sensazione evocata perfettamente dall’inquietudine che pervade la splendida "Pristine", che si apre, librando tra volute morbidissime, prima che le chitarre e gli archi si schiantino fragorosamente al suolo in una febbricitante esplosione post rock. Se "Shallow Water" sfiora leggiadra i canoni esteti del chamber folk, grazie a una melodia semplice e alla voce rilassata ed evocativa della Williams, "For Nothing" è, per converso, uno sprofondo gotico, ipnotico ed emozionante nella reiterazione dei medesimi accordi, su cui la voce salmodiante e carica di dolore della Williams sorvola, fino all’ennesima sportellata elettrica.

As The Moon Rests non è certo un album minimalista perché potente e gonfio di umori, talvolta perfino divergenti (l’arpeggio di chitarra della title track che deflagra in un botto di convulsa elettricità limitrofa, ancora una volta, al doom metal); eppure, nella sua forma complessamente altalenante, la sostanza comunicativa resta semplice e immediata, e arriva direttamente al cuore, per stritolarlo in una morsa di mestizia e sognante malinconia. C’è una perfetta simbiosi fra melodie e arrangiamenti, che evitano ogni inutile sovraesposizione, pur riuscendo nell’intento di rendere la narrazione epica anche nei momenti maggiormente intimi e raccolti.

Si potrebbe parlare a lungo di un disco, nelle cui pieghe si nasconde un mondo di suggestioni che la Williams ha plasmato con la lucidità di chi sa dominare la materia senza bisogno di eccessi; ma nessuna parola, in questo caso, è paragonabile all’esperienza dell’ascolto. La sua formazione classica e l'amore sempre dichiarato per il metal convivono, qui, in un equilibrio e con una misura che lascia senza fiato. La Williams sa scrivere grandi canzoni in cui goth, doom e post-rock confluiscono in un sali e scendi palpitante, ove la quiete più sommessa si gonfia di fremente emotività, capace di aprire crepe nel cuore e generare un disperato soliloquio, salmastro di lacrime. In tal senso, As The Moon Rests è un dono prezioso per tutte quelle anime romantiche, che cercano nella musica una compagna con cui condividere i propri tormenti interiori. Mettete, quindi, nel lettore il cd e predisponetevi ad abbracciare questo tumultuoso flusso emotivo: che il rituale della voluptas dolendi abbia inizio.