Il quarto album del Passepartout Duo è una profonda indagine sul modo in cui comunichiamo e collaboriamo con i dispositivi elettronici; Argot è una reinterpretazione del sintetizzatore come macchina parlante intelligente
Ogni traccia dell'album presenta un caleidoscopico rispecchiamento di mistiche tessiture elettroniche tracciate sulla superficie di un pianoforte acustico a coda. La voce del sintetizzatore è caratterizzata da oscillazioni gestuali di semplici armonie che evocano un'aria antica e un senso di contemplazione senza tempo. La mancanza di un supporto ritmico tipico rende il linguaggio sconosciuto della macchina inesatto e imprevedibile, mentre lo strumento acustico riflette una ricerca di lirismo in questi suoni atipici che raramente è lontana dalla vista.
Concepito in gran parte come un album in studio durante una residenza all'Electronic Music Studio di Stoccolma, Argot è stato registrato sul Serge System degli anni Settanta: trattando questa macchina enigmatica come un fidato partner di scrittura, il materiale sembra spesso scoperto piuttosto che composto. I brani fanno un uso massiccio delle tecniche di trascrizione delle melodie vocali, fornendo punti di partenza complessi e spesso poco diplomatici per le parti di pianoforte.
L'album ruota tra l'eccentrico, il drammatico, il dolente e il dolce, a volte evocando una semplicità alla Pärt che conserva ancora la sua apparente essenza cristallina in “Back in Time” e “Kissing in the Park, Briefly”.
Momenti anthemici, brillanti o comunque motori contrastano con la spaziosità immobile di altre tracce, come “Get Along” e “Imitates a Penguin”, in cui un approccio più percussivo si intreccia con il peculiare vocabolario melodico dell'elettronica.
Diversamente dalle precedenti uscite del duo, Argot si avvale del contributo di amici musicisti provenienti da diversi angoli del mondo. In “Colorful Quartz”, i virtuosismi dei flauti tradizionali giapponesi rivaleggiano con l'agilità del sintetizzatore e mettono delicatamente in evidenza la natura instabile della sua tonalità; un contrabbasso di derivazione jazzistica si sforza di venire a galla nella querula “Uncommon”; e stranezza e serenità si intersecano con lo spettro emergente di un quartetto d'archi in “Viols and Violas, in Mus”.
Il titolo dei brani è decisamente meno serio della musica che rappresenta. Derivate da indizi di parole crociate per fare riferimento alla natura linguistica della musica, le frasi diventano poesie di una sola riga una volta spogliate dei loro significati alternativi.
Tracklist
Argot was written and recorded by Passepartout Duo
(Nicoletta Favari & Christopher Salvito) at Elektronmusikstudion
in Stockholm, Sweden (March 2023) and at GMEA
in Albi, France (February 2024).
Cover artwork: Mouth, II, 2018, Silver Gelatin Print
© Deanna Pizzitelli / Courtesy of Stephen Bulger Gallery
Mastered by Stephan Mathieu at Schwebung Mastering in Bonn