Le sponde sabbiose del fiume, un pioppeto attraversato dalla luce e una casa aperta all’inconscio del gioco e della fantasia. Nel videoclip di Archè la relazione con le origini diventa il motore di un immaginario atmosferico, denso di memoria e desiderio: proprio come negli occhi dei due fratelli protagonisti di fronte al patrimonio della propria infanzia, fatto di simboli ricorrenti e di una presenza materna pronta a trasfigurarsi. Girato nel tempo con attori non professionisti, il videoclip coltiva l’attrazione del cinema diretto per l’istante, giocando con la luce e il buio nel tentativo di liberare l’autenticità delle emozioni.
"Quando sarò grande farò il poeta e il capitano di marina»: lo ricordo con precisione e dolcezza, il suono delle mie parole, l’aria gelida e tiepida che scorreva dalla finestra, mia mamma che mi ascoltava, nella luce del tempo..." [Pier Paolo Pasolini, Operetta Marina]