Con Ant-Man and the Wasp: Quantumania si apre la fase cinque del Marvel Cinematic Universe e se il buongiorno è vero che si vede dal mattino questa fase cinque potremmo anche chiuderla qui.
La cosa migliore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania è quella di non essere andato a vedere il film al cinema e di conseguenza aver risparmiato i soldi del biglietto. La domanda più interessante suscitata da questa nuova prova di Peyton Reed è se essa sia più o meno brutta di Thor: Love and thunder (forse meno brutta ma molto, molto più inutile e superflua, cosa che è anche peggio a parere di chi scrive. E forse è anche più brutta, devo pensarci meglio ma per favore non fatemi perdere questo tempo).
Dove sta andando quindi questo Marvel Cinematic Universe? Non è che forse è giunto il momento di tirare un po' il fiato e raccogliere le idee? Diradare le uscite per offrire prodotti migliori? In più l'abbandono di Disney/Marvel da parte di James Gunn non potrebbe forse spostare un poco l'ago della bilancia nel duello simbolico tra Marvel e DC sul grande schermo?
Rimanendo in casa Marvel non è chiaro e palese come in un confronto tra la Fase tre e la più recente Fase quattro lo stesso sia impietoso nei confronti di quest'ultima? Il calo di idee sembra assodato, le sorti si risolleveranno sicuramente con il nuovo dei Guardiani della Galassia, ma dopo? Cosa devono aspettarsi i fan della Casa delle idee dalla versione cinematografica dei loro personaggi preferiti?
Se a tutto questo aggiungiamo quello che sarà un processo naturale e inevitabile, ovvero l'abbandono progressivo del franchise da parte di attori che sono diventati dei beniamini del pubblico con conseguente recasting o ricambio generazionale, le prospettive non necessariamente tenderanno ad apparire rosee per il futuro del MCU.
Passiamo ora a un compito arduo, riassumere in poche parole una trama (?) della quale in testa non mi è rimasto praticamente nulla, forse proprio perché è "il nulla"?
Scott Lang (Paul Rudd), meglio noto come Ant-Man, è finalmente in un momento di serenità: ha scritto un libro di successo, la gente lo apprezza (più o meno), con sé ha la sua amata Hope (Evangeline Lilly) e può passare del tempo con sua figlia Cassie (Kathryn Newton), ormai un'adolescente col pallino della scienza che come nulla fosse inventa un apparecchio per esplorare a distanza e in sicurezza il regno quantico.
Purtroppo l'incidente in questi casi è sempre dietro l'angolo e così Cassie, Scott e Hope, insieme a Hank Pym e Janet Van Dyne (gli Ant-Man e Wasp originali interpretati da Michael Douglas e Michelle Pfeiffer) vengono miniaturizzati e trasportati proprio nel regno quantico.
Qui Janet mostra segni di inquietudine e sembra nascondere agli altri qualcosa di proveniente dalle sue passate esperienze nella dimensione quantica; questo qualcosa non è altri che il despota Kang il Conquistatore (Jonathan Majors) che proprio a causa di Janet ha in passato rischiato di riottenere la possibilità di ripartire alla conquista del multiverso; confinato invece nel quantiverso (licenza poetica) Kang si è dovuto accontentare di schiavizzare la popolazione locale. In questo scenario poco rassicurante i nostri mini eroi dovranno fare cose, vedere gente...
Mentre tentavo di ricordare qualcosa di significativo della trama di Quantumania ho pensato che è più brutto questo di Love and thunder, così se a Thor ho dato un 4 a questo gli darei un 3 e mezzo, così, giusto per amor di discussione. Lo so, sono un generoso, che ci posso fare?
L'impressione è che Reed (Peyton, da non confondere con il marito di Sue) e soci abbiano davvero sbagliato tutto: dal punto di vista estetico il film, nonostante l'impiego ultra invadente di effetti digitali (o meglio proprio per questo) è davvero brutto da guardare, scuro, con quei toni piatti di mattone e marrone, una fotografia pessima e una corsa all'omaggio visivo davvero imbarazzante, ok che ora anche Star Wars è Disney però..., sul versante narrativo peggio mi sento.
Il film non riesce a spremere una stilla d'interesse ma nemmeno per sbaglio; il lato umoristico che aveva caratterizzato i primi due film dedicati all'eroe in miniatura è sparito e se c'è non fa mai ridere, non c'è nessun vero approfondimento o qualsivoglia evoluzione nei personaggi: Hope è una figurina sottoutilizzata, il rapporto tra Scott e la figlia non lascia nulla da ricordare, anche gli interpreti non è che si impegnino più di tanto, ma poi chi non è fan della Marvel di carta ha idea di cosa sia Kang? Ma questo imbonitore da circo cos'è? Suvvia, non perdiamo altro tempo, una delle peggiori (scegliete voi) prodotte finora in casa Marvel.