Sin dalle prime note di Another Kill For The Highlight Reel il confronto è impressionante: la voce di Tyler Povanda è degna delle migliori performance di Gerard Way e l’impianto strumentale (tra chitarre, fiati e un ottimo utilizzo del pianoforte) è teatrale, drammatico e al tempo stesso terribilmente divertente. Lo spirito del migliore emo - non quello triste e depresso dai lunghi ciuffi neri, ma quello che affronta le tematiche più funeree con piglio più punk - scorre prepotente in loro, unendosi ad uno spiccato e visibile amore per i musical e le rock opera (Sweeney Todd, West Side Story, Rocky Horror Picture Show), come Povanda dichiara apertamente.
Forse anacronistici nella proposta, legata a doppio filo alle sonorità dei primi anni Duemila (My Chemical Romance, The Used, Alkaline Trio, etc.), i Save Face presentano un album che, per quanto certamente pesantemente derivativo, in realtà è vivido, sbarazzino, elegante, spigliato e mai noioso, capace di rendere attuale un suono di quindici/vent’anni fa che potrebbe far innamorare di loro non solo chi non vedeva l’ora di fare un back in time nei suoni della propria adolescenza, ma forse anche chi quegli anni non li ha vissuti.
I quattro ragazzi del New Jersey aggiornano al formula permettendo alla prepotente ricetta emo di arricchirsi ora di sfumature più pop punk, ora di momenti più Broadway, ora di note più post-hardcore e hardcore (“Sharpen Your Teeth”), ora più screamo, ora di uno spirito più rock’n’roll, ora di una incursione celebre come quella di Geoff Rickly dei Thursday su “A.M. Gothic”.
Nonostante le influenze siano palesi, i ragazzi sono convinti di ciò che stanno facendo, lo rendono fluido, personale, fresco e spontaneo, ma soprattutto si stanno divertendo un mondo a farlo. Come spiega lo stesso Tyler, che fa anche il suo debutto come regista per il video della bellissima “Bury Me (Tonight!)”: “Sto solo cercando di fare qualcosa che sia interessante per me, indipendentemente dal fatto che piaccia o meno a qualcuno. Può essere difficile conciliare il proprio spirito creativo con il fatto che viviamo in un mondo in cui ci viene insegnato che la convalida della tua arte determina il suo valore, ma l'unico motivo per cui ne vale la pena è creare qualcosa che ti ispira così tanto che ti sembra che valga la pena di lottare per metterlo nel mondo, ed è quello che queste canzoni hanno fatto per me”.
Prepotenti, splendide, orecchiabili e catartiche. Le canzoni di Another Kill For The Highlight Reel lo sono per Povanda e i suoi Save Face così come per chi le ascolta. Un viaggio di soli 33 minuti prodotto da Brett Romnes (The Movielife, I Am the Avalanche, Free Throw) che scorre rapido, fa venire voglia di cantare i cori a squarciagola sin dal primo ascolto e merita i sorrisi che fa spuntare sul viso della vecchia guardia del genere sin dalle prime note. Un unico giro di giostra non basta e, nell’attesa di poter sentire un giorno i Save Face dal vivo, si preme di nuovo il tasto play a più non posso.