Sam Levinson è figlio d'arte, il papà Barry ha diretto pellicole celebri ricordate ancora oggi (Piramide di paura, Rain man - L'uomo della pioggia, Good morning Vietnam, Sleepers, etc...); negli ultimi anni sembra essere arrivato anche per Sam il momento giusto per ritagliarsi un posto sotto i riflettori.
Il vero successo è arrivato con l'ideazione e la regia della serie con protagonisti adolescenti Euphoria di cui sono state finora prodotte due stagioni, tra le protagoniste c'è anche la lanciatissima Zendaya che sarà l'interprete femminile del secondo successo di Levinson, quel Malcolm & Marie che è stato spesso legato al cinema post pandemico pur non parlando mai apertamente della pandemia.
Il film (Malcolm & Marie) denota un certo gusto tanto da far nascere un po' di curiosità su ciò che Levinson Jr. ha realizzato nel suo passato, si scopre così che già al suo esordio, questo Another happy day, Sam raccoglie un premio della critica al Sundance Festival, festival tutto sommato adatto a questo suo primo lungometraggio che lascia da parte ogni forzatura sulla forma per concentrarsi su due aspetti che si incastrano tra loro molto bene e garantiscono al film una buona riuscita e un'ottima tenuta: l'attenzione alla scrittura e una qualità di recitazione parecchio alta garantita da un cast che sfoggia un'alternanza di vecchie glorie espertissime e giovani talentuosi e promettenti.
L'atto dell'andare un po' a cercarsi le prime cose del regista e informarsi è in questo caso necessario in quanto Another happy day, nonostante i premi e le buone critiche ricevute, è stato ignorato dalla distribuzione italiana e non ha trovato la sua via per arrivare in sala, uscendo qui da noi direttamente in home video, un destino tutto sommato non meritato.
Lynn (Ellen Barkin) è madre di quattro figli avuti da due matrimoni diversi; il suo attuale marito Lee (Jeffrey DeMunn) è padre di Elliot (Ezra Miller) e Ben (Daniel Yelsky). Il primo è un adolescente molto problematico, afflitto da crisi di ansia ha sviluppato in passato diverse dipendenze (droghe, alcool, farmaci) dalle quali sta cercando di venir fuori pur concedendosi di tanto in tanto il lusso di droghe adolescenziali (e non solo in realtà); il piccolo Ben, un po' strano invero, è in sospetto di una forma di lieve (?) autismo.
I due ragazzi hanno due fratellastri figli del primo matrimonio della madre con Paul (Thomas Haden Church), un uomo violento che in passato ha scatenato dei traumi duraturi in Lynn e in sua figlia Alice (Kate Bosworth), una ragazza che soffre di frequenti episodi di autolesionismo. L'altro figlio, Dylan (Michael Nardelli), sembra essere l'unico equilibrato della progenie di Lynn ed è proprio in occasione del suo matrimonio che la famiglia intraprende un viaggio verso Anneapolis per i festeggiamenti che si preannunciano molto caldi.
Qui Lynn ritrova le sue sorelle, un padre malato che sembra avviato verso la fine dei suoi giorni (George Kennedy) e una madre (Ellen Burstyn) che sembra non averle mai davvero voluto abbastanza bene. Ciliegina sulla torta la seconda moglie di Paul, Patty (Demi Moore), figa, perfida e stronzetta quanto basta per far saltare i già precarissimi (dis)equilibri.
In Another happy day ci sono tutti gli elementi per una commedia pungente, qualche passaggio in questo senso in effetti non manca, ma Levinson più che altro intinge la sua storia nel dramma, e che dramma.
Gli elementi alla base del film non sono nuovi: famiglie disfunzionali, la riunione in occasione di una festa o di un evento, il deflagrare di situazioni tese da tempo, il confronto tra consanguinei, tutti tasselli noti che Levinson maneggia però con la giusta cura e con la capacità di andare a colpire dove e quando serve senza mai dare l'impressione di adoperare artifici o forzature.
Il regista usa l'espediente delle riprese amatoriali di Elliot e Ben per movimentare di quando in quando la scena mantenendo per altro un'andatura equilibrata, il resto lo fanno interpreti ottimi, alcuni leggendari come George Kennedy (Piano... piano dolce Carlotta, Quella sporca dozzina, Nick mano fredda, I 4 figli di Katie Elder, etc...), altri sorprendenti come il giovane Ezra Miller che altrove in seguito non brillerà (il suo Flash nella Justice League non convince). Ottimo il confronto tra le due Ellen (Barkin e Burstyn) e anche la Moore trova una parte giusta per lei.
Le interazioni tra i vari personaggi sono ben gestite e sfociano nel dramma con una dolorosa naturalezza, il male che le famiglie riescono a farsi è visto ora con sguardo cinico ora con un tono più divertito ma più spesso con la serietà del dolore causato da rapporti impostati in modo sbagliato. Davvero niente male questo Another happy day per essere un esordio.