Zoogz Rift (al secolo Robert Pawlikowski), prematuramente scomparso nel marzo del 2011, ha visto consolidarsi nel tempo il rango di allievo, misconosciuto, di Captain Beefheart e Frank Zappa.
Zoogs mancava della profondità destrutturante o del genio negli arrangiamenti dei due Maestri: i suoi sono quadri minimi, burleschi e cacofonici, che, a volte, si risolvono nel semplice gusto dello scherzo triviale (vedi il nome dato al complesso d’appoggio, Mr. Rift and His Amazing Shitheads, o a certe sue autoproduzioni antecedenti, come Can You Smell My Genitals); tale leggerezza riposa, tuttavia, su una consapevolezza musicale fuori del comune e rimane incerto se egli si diverta a dissipare la propria sapienza o sia semplicemente affetto da quella malattia goliardica, composta in egual misura da anarchismo ed esibizionismo (fu persino wrestler in una lega minore) – malattia che ha perduto molta gente prima di lui, addirittura lo stesso Frank Zappa ai tempi degli insipidi barzellettieri Kaylan e Volman; non che queste prese per i fondelli non siano altamente godibili: “But The Picture Has A Moustache” ridicolizza “Sunshine Of Your Love”[1], “Buffy And Jody” si accanisce contro i protagonisti di una melassosa situation comedy anni Sessanta; la profetica “Heart Attack” viene declamata fra lo strimpello di organetti dementi; “Searchin' For Clams Under The Glass Bottom Boat” è un duetto tra sassofono e vibrafono, siparietto strumentale per ripigliare fiato.
Ma il salto di qualità avviene con “My Daddy Works For The Secret Marines”, caracollante e ripetitiva, che il Nostro infioretta di nonsensi sbarazzini e cesellature chitarristiche, e la cui struttura ritroviamo in “Moron Serenade” nonché in “Evil Eye” virata, però, in quest’ultimo caso, su toni reggae; un lungo, bellissimo assolo esorna la jam “Secret Marines – The Sequel”, ma le partiture di Zoogz si accartocciano presto: “My Stuffed Animals Have Rabies” si lancia in una torrenziale tirata à la Beefheart, “Disintegration Waltz” presta fede al titolo e presenta chitarre allo sbando con sberleffo finale (un accenno di “Pretty Woman”); in “Art Band”, vera dichiarazione d’intenti, la solita orchestrazione bizzarra con organo, fiati, percussioni e basso, gira in tondo a supportare gli sproloqui del cantante, più esagitato del solito.
Amatoriale (forse per scelta o compiacimento), e sicuramente episodico, l’universo di Zoogz Rift può certamente giudicarsi angusto se paragonato ai due artisti a cui, necessariamente, la sua musica viene ricollegata. Dobbiamo ascrivergli, tuttavia, oltre all’indubbio talento di strumentista, il merito di aver creato un moderno avanspettacolo, in cui canzone, dileggio e improvvisazione convivono serenamente: in questo ambiente peculiare regnò per decenni come un Falstaff impenitente.
[1] In realtà “But The Picture Has A Moustache” era un verso della canzone “SWLABR”, lato B di “Sunshine Of Your Love”. SWLABR è acronimo di She was like a bearded rainbow, riferito ad una cornificatrice.