Cerca

logo
REVIEWSLE RECENSIONI
American Gothic
Wayfarer
2023  (Century Media)
METAL / HARD ROCK AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS
8/10
all REVIEWS
15/12/2023
Wayfarer
American Gothic
Al quinto disco in studio, "American Gothic", gli americani Wayfarer danno ulteriore seguito al riuscito processo di ibridazione fra black metal atmosferico e suoni country western.

I Wayfarer, band di stanza a Denver, Colorado, pur muovendosi, comunque, nei territori delle sonorità più estreme, si sono ritagliati una nicchia espressiva che vede il black metal fondersi con le radici americane del country western.

Se l’esordio Children Of The Iron Age (2014) era, come il successivo Old Souls (2016), un ottimo disco di black atmosferico, è stato solo con il terzo album World's Blood (2018) che il quartetto americano ha iniziato a integrare in modo significativo il country nella propria proposta, creando un filone parallelo al genere e distinguendosi dalla massa. Se A Romance With Violence (2020) aveva rifinito ulteriormente lo stile e perfezionato ulteriormente la narrazione che informava il suo predecessore, oggi, questo nuovo American Gothic (un titolo decisamente programmatico), vede la band tornare sulle scene, dopo tre anni in cui i membri lavorato a progetti paralleli (Stormkeep e Lykotonon), rilasciando quello che può essere definito il loro disco migliore.

Da un punto di vista strutturale, American Gothic si apre con le due canzoni più lunghe in scaletta, per poi proseguire con brani dal minutaggio decisamente più ridotto. L’opener "The Thousand Tombs Of Western Promise" è assolutamente in linea con ciò che si possono aspettare gli ascoltatori che hanno familiarità con i due album precedenti: chitarra resofonica in apertura, black metal in mid-tempo, riff potenti, ficcanti assoli e improvvise accelerazioni. La successiva "The Cattle Thief" offre uno sviluppo più imprevedibile, e dopo un inizio che ricalca una formula tanto consolidata quanto eccitante, il brano svolta verso un doom carico di synth, che fluisce in un finale più morbido in cui il cantato pulito prende il posto del growl.

Questo finale più rilassato funge da abbrivio per le successive esplorazioni di Wayfarer verso suoni decisamente più melodici. "Reaper On The Outfields" è probabilmente il brano più leggero del lotto, che si struttura su un motivo ripetuto di chitarra slide. Una buona canzone, anche se inferiore al resto della scaletta, che viene surclassata dalle successive "To Enter My House Justified", il cui groove trattenuto si alterna ad alcune delle sequenze più estreme del disco, e "A High Plains Eulogy", in cui l’organo, le chitarre dolenti e il cantato sommesso aggiungono al quadro d’insieme un tocco inaspettatamente malinconico.

"Black Plumes Over God's Country" è più potente ed epica, e vanta un assolo di chitarra davvero intenso, mentre la conclusiva "False Constellation" accentua le sonorità western grazie al suono di un pianoforte che fa da contrappunto all’incedere pesante delle chitarre e al mestissimo cantato pulito. Chiude il disco, come bonus track, una riuscita cover della tenebrosa "Night Shift" di Siouxie and The Banshees, che spinge il disco verso territori post punk.

Con American Gothic, i Wayfarer continuano la loro esplorazione di un territorio, ricco di scenari suggestivi, in cui gli Enslaved vengono a contatto e si ibridano con le sonorità di una qualsiasi delle creature partorite dalla fantasia febbrile David Eugene Edwars. La potenza del metal viene così bilanciata da quel suono che richiama le radici americane, evocando ancestrali paure, l’iconografia polverosa di un mondo selvaggio e violento, e le spire tenebrose della notte più buia. Fascinoso, atmosferico e inquietante.