Come sa benissimo chi ha ascoltato Crazy for You e The Only Place, gli argomenti trattati dai Best Coast nei loro primi album erano sostanzialmente tre: gatti, California e storie d’amore. Il tutto sommerso da un muro di chitarre sognanti che citava sia gli Weezer del Blue Album sia i My Bloody Valentine di Loveless. A partire dall’Ep Fade Away, però, nella scrittura di Bethany Cosentino si è inserita una certa inquietudine, esplicitata pienamente cinque anni fa in California Nights, un album ispirato all’Alt-Rock degli anni Novanta e studiato a tavolino per essere il nuovo Celebrity Skin, in modo da conquistare le classifiche e aprire anche ai Best Cost – così come era successo alle Hole di Courtney Love a cavallo del nuovo Millennio – le porte delle arene degli Stati Uniti.
Prodotto da Carlos de la Garza assieme a Justin Meldal-Johnsen, Always Tomorrow è invece un album molto più sereno e ottimista, come il cielo della California sotto il quale è stato registrato. Anche se nel songwriting di Bethany Cosentino non manca qualche ombra, conseguenza dei problemi che la cantante ha dovuto affrontare nell’ultimo periodo, come la lotta alle dipendenze e un forte blocco creativo iniziato dopo il lungo e faticoso tour di California Nights.
Abbandonato il rigore formale del disco precedente, Always Tomorrow è quindi un lavoro musicalmente più eterogeneo, nel quale trovano spazio il Power Pop degli Weezer (“Everything Has Changed”), il Pop stiloso à la Fleetwood Mac (“For the First Time”) e quello più malinconico (“True”), assieme a una spruzzata di elettronica (“Seeing Red”) e di psichedelia Baggy (“Rollercoaster”).
Insomma, messo da parte il sound da Arena Rock di California Nights, Cosentino e Bobb Bruno in Always Tomorrow recuperano una certa umanità, un certo intimismo nella scrittura, grazie a un approccio meno ambizioso, che si adatta maggiormente ai testi fortemente personali che descrivono nel dettaglio il processo di recupero e cura di sé che Bethany ha affrontato in questi anni. Lasciatasi alle spalle gli anni dei vizi, Cosentino non si fa problemi a mettersi completamente a nudo, raccontando anche con qualche crudezza di troppo le difficoltà affrontate. Tanto che qualcuno potrebbe dire di stare spiando dal buco della serratura la sua vita privata.
Dopo aver trascorso un’intera carriera documentando con precisione diaristica tutti gli alti e bassi della sua vita, Bethany Cosentino in Always Tomorrow ha forse trovato la formula perfetta per rendere efficace la sua scrittura: testi intimisti e fortemente autobiografici sorretti da una musica solare e dalla forte carica melodica. Forse questo non è il miglior album dei Best Coast in enso assoluto, ma è un ottimo ritorno dopo (quasi) cinque anni di silenzio.