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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
23/01/2020
Marco Cazzato
Alone vol.2: dando luce all’abisso
“Il pesce lanterna è a guardia dell'abisso in cui sprofondano i corpi dei migranti… di quell'abisso in cui pare stia sprofondando l'umanità”. (M. Cazzato)

Riesco sempre a stupirmi di come immagini vedute riescano a combaciare con quelle lette dalle parole. Resto sconcertato di come sia possibile che il suono possa farsi luce e parola allo stesso tempo. Ed in questo viaggio - che spiritualmente parlando potremmo rischiare di definire ipocondriaco, se mi si concedesse il lusso di alterarne il significato - giace sovrana l’immagine che del suono ha la grazia e della parola ha il significato. Non parliamo di fotografie, quelle tanto schivate da Elio Vittorini (per quanto poi ebbe a ricredersi). Parliamo di immagini disegnate in cui è insito nel loro sangue il tanto agognato movimento.

Gira da giorni e giorni questo secondo volume del never ending album di Gianni Maroccolo. Gira il 33 giri di “Alone vol.2” che per sottotitolo ci parla di “Abisso”. Nell’abisso del mare non arriva la luce anche quando il sole è allo zenit. Nell’abisso dell’uomo non arriva la pace anche quando è silenzio ad aversi tutt’attorno. E la luce, come il silenzio, ha forte la capacità di farsi rumore e rivoluzione. E questo disco è spirituale, cadenzato, tribale… ritualistico a suo modo… di cui abbiamo letto di tutto e di più, di ospiti, di strumenti, di scelte… Forse nessuno ha sottolineato come questo disco suoni con l’ansia di chi deve raccogliere i cocci scansando le pietre e gridando qualcosa che possa allontanare l’orrore più che dare una forma alla vita. Forse pochi hanno sentito di come questo disco somigli ad un sacrificio umano, bagnato di acqua, scivoloso, sfuggente… non c’è sangue sui corpi e, in fondo, non ci sono più corpi. Forse sono io soltanto a veder questo disco come una inevitabile resa alla condizione umana. Che somiglia a questo suono che attende il prossimo battere come fa una bestia dalle zampe legate, immobile, col fuoco dentro… ma immobile.

In questo secondo appuntamento ho voluto chiedere qualcosa a Marco Cazzato, artista piemontese, illustratore che di questo lungo viaggio ne sta curando la faccia. A lui ho chiesto di quel bue muschiato del primo capitolo e di questo pesce lanterna, ci parlerà della libellula damigella del terzo disco uscito da poco. Ci dirà come ha voluto parlare di quella morte che regna quando si arriva al fondo degli abissi. Ho percepito nell’aria una danza tribale e una preghiera confessata a se stessi, ho sentito la paura e la contemplazione dell’orrore, quello che - ci dirà - si spera che aiuti a risvegliare le coscienze.

Come al solito, giocando di visioni tutte mie, ho cercato di raggiungere la sua penna e il suo modo di guardare il magico suono di Marok. Come sempre temo di non esserci riuscito a pieno, me ne scuso. Ma comunque ad oggi ho una luce nuova con cui illuminare la morte dei migranti che ci viene fatta ascoltare dentro le tracce di questo “Alone vol.2”.

Ci sono immagini che a disegnarle soltanto non basta. Come esistono suoni che a farli vibrare soltanto lasciano un vuoto che non possiamo spiegare. E così anche queste parole di Mirco Salvadori, che a leggerle stampate su carta, sanno di un bello a cui manca qualcosa per restare nel tempo.

“Alone” è il tutto, è l’insieme, è l’immagine, la parola, il suono. “Alone” è un microcosmo che dialoga di stella in stella fatto di connessioni invisibili, trasparenti, ma salvifiche perché arrivi la luce fin dentro un abisso… che di luce si nutre.

Nella solitudine di "Alone 1" trovavo un bisonte, anzi un bue muschiato. Nell’abisso di “Alone 2” incontro questo pesce dall’aspetto maligno, infernale… partiamo da qui: chi è e a cosa sta facendo la guardia questo pesce?

Il pesce lanterna è un pesce abissale, detto anche diavolo nero. Un ritratto statico e iconico, senza ambientazione, chiuso in una cornice nera. Per il volume uno ho immediatamente pensato al bue muschiato e per le immagini del libretto interno, il suo habitat: la tundra. La musica di Gianni mi ha sempre evocato ampi spazi aperti, paesaggi naturali, il perfetto equilibrio armonico che solo la natura sa creare. La tundra era perfetta e il bue muschiato, un maestoso animale, monumentale dalle sembianze quasi preistoriche, il manto lungo imbiancato dalla neve e dal ghiaccio incrostato, oltre a ricordarmi un po' Gianni, è stato il mio personale omaggio al suo passato musicale, con il rinoceronte di Dürer di "siamo casi difficili". Nel volume due invece dissi a Gianni che avrei voluto un animale marino, perfetto per il tema che decise in seguito di introdurre, ovvero le morti dei migranti nel Mediterraneo. La proposta del pesce lanterna venne da Gianni, che ama particolarmente questo animale e, come mostruoso abitante degli abissi, ben rappresentava la paurosa oscurità del tema. È quindi a guardia dell'abisso in cui sprofondano i corpi dei migranti… di quell'abisso in cui pare stia sprofondando l'umanità.

Durante un primissimo ascolto di questo secondo volume ho avuto l’occasione di scambiare due parole con Marok. La prima sensazione che gli ho comunicato è stata la paura. E non avevo ancora letto e studiato nulla. Arriva forte questa paura. Arrivano violenti i colori scuri di questo disco. Immagino tu sia d’accordo… e mi piace sperare che tra le righe di questi disegni ci sia anche un poco di pace, quella pace che però temo sia tetra e definitiva, come la morte con cui si fa di conto dopo una battaglia…

La paura è sicuramente presente in questo volume. Penso che Gianni abbia voluto trasmettere il terrore che possono provare quelle persone durante i naufragi, arrivando a rappresentarlo dritto come uno schiaffo per svegliare dal torpore chi guarda ormai con abitudine questi eventi. Quindi purtroppo la pace che infine si avverte è l'oscurità dell'abisso in cui giacciono i corpi ormai senza vita.

Tornando alla copertina mi incuriosisce quel punto luce che c’è sul pesce. Cosa rappresenta? Che poi la luce, in questo disco (e non solo dal punto di vista sonoro) è fondamentale. Nei tuoi disegni la luce non sembra indicare una direzione di pace… come ad indicare dov’è ha inizio la disperazione. Almeno questo mi arriva… Ricordo quella lampada nella “Tundra” ad esempio… in generale quindi: cos’è per te la luce? E cosa punta?

Il pesce lanterna ha sulla fronte un'antenna mobile, provvista sulla punta di fotofori, che utilizza come esca luminosa per catturare le prede. I miei lavori sono caratterizzati dal fatto che parto dal fondo nero per far emergere strato dopo strato le varie tonalità fino ai massimi chiari… è quindi un lento svelare, una ricerca che dall'oscurità fa emergere ogni cosa. Dal punto di vista rappresentativo per ogni luce è fondamentale l'ombra per risaltare e viceversa.

Una domanda assai strana. Quanto queste tavole somigliano al suono di questo disco? E quanto alle narrazioni di Mirco? Ma soprattutto… hai voluto che questa somiglianza accadesse?

Non so se sono riuscito a rappresentare in modo efficace quello che Gianni ha prodotto con i suoni, ma l'intento era quello. Ci sono stati lunghi scambi sulle “intenzioni” con lui e quell’ascoltare le tracce durante l'ideazione delle illustrazioni ha avuto sicuramente un potere evocativo. Per quanto riguarda i testi di Salvadori del libretto invece no, perché produco sempre le illustrazioni prima e abbiamo un approccio profondamente diverso.

La primissima immagine dell’abisso è totale nella sua spiegazione. Ed in genere l’abisso si rappresenta sempre con colori scuri e non solo per ovvie ragioni di luce. E di nuovo riprendo il concetto di luce, la stessa che in questi disegni non mi conducono alla salvezza. Secondo te, quindi, questo “Alone 2” è un disco che non ha con se la speranza? Si giunge all’abisso ma non si risale da questo… sbaglio?

Purtroppo non sbagli, questo volume rappresenta, o almeno ci prova, la tragedia in tutta la sua drammaticità. La speranza è che, anche in piccolissima parte, opere come questa possano risvegliare le coscienze mostrando l'orrore. Mai ad esempio avrei pensato di vivere tempi in cui avrei visto perseguitare chi salva vite in mare, invece di erigere monumenti in ogni piazza per ringraziarli.

A chiudere… il prossimo disco, “Alone 3” sembra avere toni più chiari, elementi di una leggerezza maggiore. È solo una sensazione… ma?

La libellula damigella è l'animale della copertina di Alone Vol. 3 e la palude il suo habitat. Dato il tema che caratterizza questo volume, ovvero la violenza sulle donne e i minori, ho scelto questo insetto per la sua bellezza ed eleganza, ma anche per la sua fragilità. Per come sia incredibilmente assurdo e allo stesso tempo facile poter distruggere tale bellezza.


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