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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
25/07/2017
Arsène Lupin
Alle radici del punk con qualche stilla di dandysmo
Adesso sei pronto per capire: quando arriva il punk è naturale svegliarti una mattina e sapere che sei nel lato diverso della vita...
di Stefano Galli steg-speakerscorner.blogspot.com

La prospettiva è tutto.

O scopri di averla in giovane età oppure non puoi costruirla.

Sommi dei fattori, che si rivelano addendi, e ti rendi conto di essere un pochino diverso dagli altri. Diverso, ripeto, non necessariamente opposto.

Infatti, ti poni dei dubbi: un corsaro è fuori dalla legge, ma autorizzato dall’ordinamento: Francis Drake, Henry Morgan, Walter Raleigh; ecco i referenti storici dei cromatici Signori di Ventimiglia salgariani[1].

Capisci, anche se sei in quarta elementare, che “non è vietato” pubblicare fumetti come Diabolik, Kriminal, Satanik.

Addirittura, mesi e mesi e mesi dopo (1971? Non sono sicuro di una concomitanza con la Francia nella trasmissione), un giorno la programmazione, in perenne – pertanto falso – bianco e nero, televisiva ti fa scoprire Arsenio (non ancora Arsène) Lupin. Una faccia simpatica, la bella vita con lo champagne ancora nelle coppe e non nelle flute[2] davvero esaltante[3].

L’ammiccante maschera del ladro gentiluomo (ecco il grimaldello!: la classe annienta anche un comandamento divino) è per te quasi teenager italiano quella di Georges Descrières. Nella sigla finale (malinconica per noi ancora sottoposti al coprifuoco serale, per lo meno in termini di programmi televisivi guardabili) una voce roca, per anni dirà poco o niente quanto al suo titolare, ma si tratta di Jacques Dutronc[4].

La RAI ha coprodotto con la Francia (ORTF) e altre nazioni un prodotto derivato da altro prodotto nazionale dell’Exagon: i romanzi e i racconti scritti dal tranquillo Maurice Leblanc fra il 1905 e il 1939[5]. Niente di eclatante quanto a novità: quei libri li pubblicava in Italia da decenni l’editore Sonzogno[6].

Adesso sei pronto per capire: quando arriva il punk è naturale svegliarti una mattina e sapere che sei nel lato diverso della vita: senza scomodare Lou Reed e la maglietta (eh, si le chiamiamo ancora magliette) “con i due elenchi e lo spazio in mezzo” che vendono McLaren e Westwood in fondo a King’s Road[7] a prezzo non certo popolare[8].

Ecco, con cappa, cilindro, sparato e bastone da passeggio[9], splendide berline e dolicocefale non necessariamente bionde ma certamente deliziose, Arsène-Georges è un magister vitae alla pari e prima[10] di John (Wickham Gascoyne Berresford) Steed-Patrick Macnee[11].

Georges Descrières è morto il 19 ottobre del 2013.

Limitarlo ad Arsène Lupin sarebbe irriguardoso, ma per noi ribelli seventy-seven lui rimane una delle chiavi magiche verso una vita scomoda eppur certamente avventurosa e, pourquoi pas, champagneuse.

 

[1] Io tenevo anche agli indiani, certo, ma la “compagnia dei compagni” che cercavano di impormi la linea, mi ha fatto insopportare Geronimo e stavo con Kociss e, volendo, anni più tardi Mano Gialla.

[2] Ecco spiegata la mia avversione al lusso per tutti: si tratta di evidente contraddizione, e - badate - il vero lusso ha un prezzo costituito da due fattori, di cui uno non è il danaro.

[3] Come il bianco e nero catodico del passato, è anche parte dell’autarchia tendenziale, ma nessuno la chiama tale, lo spumante che è obbligatoriamente meglio. No, non è così: le bollicine sono diverse fin dallo spirito con cui si stappa una bottiglia, anche se a me non piace il Cristal, pur se apprezzo la ratio della sua bottiglia.

[4] La canzone si intitola “L’Arsène”; attenzione ne esiste un’altra sempre legata alla serie, di due anni successiva: “Gentleman cambrioleur”.

[5] In realtà il tutto è un poco più complicato, se vi interessa.

[6] E dalle parti del 1975 li vendevano a piccolo prezzo in un poco meno che magazzino dietro Corso Vittorio Emanuele, metri in là da Fiorucci, a Milano.

[7] La sua caption è: “You're gonna wake up one morning and know what side of the bed you've been lying on” La reputo il più possente manifesto londonita, sebbene non eclatante in quanto poco grafica. Secondo alcuni la paternità è di Bernie Rhodes.

[8] Come ormai riconoscono anche John Lydon, Glen Matlock, Siouxsie Sioux, Steve Severin: cfr. fra gli altri il documentario televisivo Punk Britannia.

[9] Dandyrama: i due bastoni di Benjamin Disraeli.

[10] Nella cronologia storica, non in quella televisiva, evidentemente.

[11] We will always have a crush for you Mrs. Peel! La vera fidanzata totemica dei non allineati edonisti.