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REVIEWSLE RECENSIONI
01/12/2021
Richard Ashcroft
Acoustic Hymns Vol.1
Vecchie canzoni e nuovi abiti acustici, nell'ultima fatica del leader dei Verve.

E’ fuor di dubbio che Richard Ashcroft, una delle voci più iconiche del britpop, non ha mai perso il “tocco”, dimostrando con continuità di essere un abile e ispirato songwriter, nonostante siano passati quasi tre decenni da quando ha fondato i Verve. Il suo ultimo lavoro da solista, Natural Rebel del 2018, aveva confermato che la capacità di Richard Ashcroft di scrivere grandi canzoni non è stata dissipata nel tempo. Pertanto, resta un po' di amaro in bocca per il fatto che il cantante inglese torni sulle scene con un disco di materiale non originale, ma con una raccolta di brani già editi.

Poco male, perché questo nuovo Acoustic Hymns Vol 1 è, comunque, un gradito regalo per gli amanti irriducibili della musica dei Verve e dei lavori solisti del loro leader. Un album che contiene dodici versioni acustiche di altrettanti brani, che abbracciano tutta la sua carriera, a partire dalla produzione degli anni ’90 in seno alla band e dai suoi primi successi da solista. Nessuna novità dunque, ma una scaletta dagli intenti soprattutto celebrativi, che veste di nuovi abiti canzoni, alcune delle quali, veri e propri gioielli che hanno resa preziosa la stagione del brit pop.

Prodotto dallo stesso Ashcroft insieme a Chris Potter, e registrato presso gli Abbey Road Studios, Acoustic Hymns è musicalmente un disco molto intenso, sia per la caratura artistica del materiale in esso contenuto, sia per l’indubbio pathos di queste nuove reinterpretazioni. La selezione di brani comprende alcuni classici Verve, tratti principalmente da Urban Hymns ("Bittersweet Symphony", "Lucky Man" e "The Drugs Don't Work") oltre a successi da solista come "A Song For The Lovers" e "Break The Night With Colour", che suonano deliziosamente anche in queste versioni più spoglie, accarezzate talvolta dal morbido velluto degli archi.

Il disco, meglio chiarirsi, artisticamente ha poco da offrire per un ascoltatore occasionale, mentre, per converso, è un’autentica goduria per fan delle prima ora, che ritroveranno la famigliarità di tante hit, le cui nuove sfumature risiedono, oltre che nell’habitus acustico, nella voce matura e nodosa di Ashcroft. Le canzoni, poi, non si discutono: sono tutte bellissime ab origine, e questa rilettura non fa che ribadire i motivi per cui ce ne innamorammo ai tempi. Svettano, però, su tutte, la conclusiva "The Drugs Don’t Work", struggente come non mai, e "A Song For The Lovers", la cui sublime melodia viene ulteriormente messa a fuoco. Nell’album, compare anche un cameo di Liam Gallagher, che duetta con Ashcroft in "C'Mon People (We're Making It Now)", uno dei pezzi più amati dal leader dei Verve, e che, nello specifico, rappresenta l’unica vera curiosità in scaletta.

Se siete, come il sottoscritto, fan della prima ora, correte subito ad acquistare la vostra copia di Acoustic Hymns: sarà piacevole fare un nostalgico tuffo nel passato per riascoltare tante canzoni che, si spera, evocheranno dolcissimi ricordi. Per tutti gli altri, il consiglio è quello, eventualmente, di recuperare prima gli originali, in attesa che il buon Richard rilasci, finalmente, un nuovo disco di materiale inedito.