Poco si conosce di Dave Waller, se non quello che fu fatto filtrare da Paul Weller, non certo per ingratitudine ma semmai – è una mia ipotesi – per pudore verso un amico.
Così mentre la data di nascita è conosciuta[1], quella di morte – per overdose di eroina – solitamente si ferma al 1982[2]; è l’anno in cui Weller decide, formalmente il 30 ottobre, di sciogliere The Jam contro ogni logica commerciale.
Dave Waller lo si ricorda come un poeta, anche se era stato il primo chitarrista ritmico della band a partire dalla primavera del 1973 e sino alla fine dello stesso anno.
Con Waller sparisce (salve un paio di eccezioni) anche la casa editrice Riot Stories, di cui egli era in sostanza il direttore editoriale, mentre con l’amico Paul ne era anche il co-amministratore.
Cosa resta di Dave Waller? Poco, sicuramente.
In ambito musicale la canzone di The Jam “In The Street Today” lo vede coautore; poi l’ispirazione per la welleriana “Town Called Malice”.
Nella poesia, è tutto ancora più difficile: occorre infatti reperire il songbook del 1977 per In The City, album di esordio di The Jam, per qualche sua lirica e Notes From Hostile Street che inaugurò nel 1979, ma in realtà nella tarda primavera del 1980[3] la piccola casa editrice in formato A5 con un totale di 31 sue liriche lungo sole 36 pagine.
Il frontespizio di questa raccolta recita, con salto di riga quasi futurista:
“Tomorrow when we meeet…..
Jarring collisions on hostile streets”.
Parole davvero emozionate aveva speso Weller nel songbook di All Mod Cons per l’amico, e poi in suo ricordo gli dedicò la canzone (nell’album degli Style Council Our Favourite Shop, datato 1985) “A Man Of Great Promise”.
[1] 24 gennaio 1958, dunque di quattro mesi e un giorno maggiore dell’amico e futuro front man del gruppo.
[2] Soccorre la biografia non autorizzata di John Reed, My Ever Changing Moods: il mese è agosto, e il luogo è una camera del Weathshift Hotel di Woking; certo non un grande albergo se si trovava sopra il pub dove si riunivano.
[3] Questa è la data di copyright che porta questo libricino con copertina in bianco e nero “spillato” come una fanzine, sebbene Reed indichi l’anno successivo come quello di pubblicazione e questa datazione successiva è confermata anche da Tony Fletcher a pagina 328 del suo libro Boy About Town.