Due dischi gemelli, “6x0” e “6x0 (live)”, parte di uno stesso concept estetico ad opera dell'artista veneziano Alberto Nemo, cantante, musicista e producer di rara intensità. Ho scelto di focalizzare l'attenzione su “6x0 (live)”, perché più articolato, con i suoi arrangiamenti con strumenti classici e un maggiore spazio ai temi vocali, mentre nel capitolo elettronico “6x0” troviamo grandi idee, scelte sonore contemporanee ma il risultato è più affine a quello di un EP di remix come potrebbe essere “Recoiled” dei Nine Inch Nails / Coil che non ad un album vero e proprio.
“6x0 (live)” è stato registrato in presa diretta, in studio, con strumenti accordati con il La a 432 Hz, l'accordaura “aurea” utilizzata in origine nella musica classica, con piano, tastiere e la viola suonata da Guido Frezzato. Non ho mai creduto in paricolari valenze “naturali” o esoteriche di questa accordatura però quello che risalta è la coerenza sonora con i modelli di riferimento.
“Anthropomorphos” apre il disco in maniera solenne e rituale, un'atmosfera sacra che però non si ricollega a nessuna religione esistente e lascia questo fondo di inquietudine, come se fosse un Requiem di un altro mondo.
Il cantato è in italiano ma i testi non sono esattamente intellegibili, non sempre, volutamente ermetici, come “13 Lucertole”, esoterica e ritualistica, come i Coil di “How To Destroy Angels”, esempio che ritorna nonostante non le somiglianze siano più che altro come atmosfera che non da un punto strettamente musicale.
L'ascolto procede senza cedimenti e i riferimenti che vengono in mente sono solo alti, da Antony a Diamanda Galas o ancora Arca e Dead Can Dance, con una capacità vocale e strumentale più vicina ai primi due esempi citati che non al classico goth/neo folk dove negli ultimi anni non abbiamo visto emergere nomi nuovi e anche molti dei classici, erano si di impatto, ma con limiti tecnici che hanno reso il genere nel tempo un po' limitato dal punto di vista espressivo.
“6x0 (live)” è un disco di grande intensità, non è un disco per tutti, ma potrebbe conquistare non solo il pubblico goth /neofolk ma anche chi ascolta il metal più evoluto, penso agli Ulver, amanti di colonne sonore.
Un punto di partenza molto alto, non sappiamo cosa potrà riservare il futuro e come sarà possibile innovare questa formula, vincente, senza ripetersi. Per ora possiamo dire che abbiamo trovato un artista di raro talento.