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REVIEWSLE RECENSIONI
50 Foot Woman
Hannah Williams & The Affirmations
2019  (Record Kicks)
BLACK/SOUL/R'N'B/FUNK
7/10
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17/12/2019
Hannah Williams & The Affirmations
50 Foot Woman
Forte della collaborazione con gli Affirmations, band collaudatissima, che crea un velluto sonoro perfetto per la voce della Williams, la singer britannica dispiega tutto il suo armamentario vintage di canzoni che impastano con sapienza soul, r’n’b’, funk e gospel

Correva l’anno del signore 2012, quando Hannah Williams, dopo una rapida ascesa, motivata da un cristallino talento e da un pizzico di fortuna, venne indicata dai media, e da qualche collega più famoso (cito per tutti, Sharon Jones e Charles Bradley) come la next big thing della scena nu soul britannica. Londinese, figlia d'arte, Hannah inizia a cantare fin da giovanissima, ma esce dal tunnel dell'anonimato solo quando, casualmente, durante un concerto in un piccolo pub dei sobborghi londinesi, incontra l’indimenticata Sharon Jones, che si innamora della sua bellissima voce.

Hannah, sotto il patrocinio della Jones, inizia a incidere singoli per una piccola etichetta indipendente, guadagnandosi qualche passaggio radio, grazie ai buoni offici di Craig Charles, conduttore di un programma alla BBC. Poco tempo dopo, un altro incontro fortuito: la Williams viene notata da Hillman Mondegreen, leader dei Tastemakers, affiatato gruppo di soul e R&B con un discreto seguito in patria, che la vuole alla voce solista. Hannah entra nella band, con la quale parte per un tour in Inghilterra e partecipa a vari festival.

E qui, si verifica il terzo colpo di fortuna, perchè Hannah Williams e i suoi Tastemakers vengono contattati da un’etichetta milanese, la Record Kicks, che propone loro un contratto per un disco. Di lì a breve, esce A Hill Of Feathers (trainato dal singolo Work It Out), un debutto talmente brillante da produrre un immediato riscontro commerciale e da portare la band al di fuori dei confini patri per un lungo tour europeo, poi interrotto per la gravidanza della cantante.

A distanza di quattro anni da quell’entusiasmante esordio, Hannah torna sulle scene con un nuovo disco, Late Nights & Heartbreak e una band nuova di zecca. Registrato nei Quatermass Studio di Malcom Catto (già con Mulatu Astatke), Late Nights & Heartbreak si è avvalso dello straordinario contributo degli Affirmations, inesausti macinatori di chilometri di groove, capitanati da James Graham, che è anche l’autore di quasi tutti i brani in scaletta di questo nuovo 50 Foot Woman.

Un disco, quest’ultimo, che arriva a suggellare un periodo in cui la notorietà della Williams ha visto una decisa impennata, grazie a un sample di una sua canzone inserito nel brano 4:44 di Jay-Z.

Registrato presso gli Ata Studios di Leeds e prodotto da Shawn Lee, 50 Foot Woman ribadisce il ruolo di Hannah Williams come una delle musiciste più elettrizzanti della scena soul britannica, plasmando definitivamente una cifra stilistica, forse non molto originale, ma di sicuro connotata da classe cristallina. Forte della collaborazione con gli Affirmations, band collaudatissima, che crea un velluto sonoro perfetto per la voce della Williams, capace di alternare graffi da pantera bianca a colate di miele alla liquerizia, la singer britannica dispiega tutto il suo armamentario vintage di canzoni che impastano con sapienza soul, r’n’b’, funk e gospel.

Suoni retrò (esaltati dalla registrazione in analogico), e molti riferimenti che non passeranno inosservati, primo dei quali, ovviamente, Sharon Jones (ma tra le pieghe troverete molto altro). Undici canzoni in scaletta che vanno dal palpitante r’n’b’ della title track, che si srotola rapida su una potentissima linea di basso, a ballate a lenta combustione come Sinner, fino alle ritmiche sincopate della splendida What Can We Do?, introdotta da suadenti intrecci vocali e avvolta dalle spire psichedeliche di un inusuale arrangiamento d’archi o al groove funky dell’eccitante How Long?.

Più curato in fase di produzione rispetto ai precedenti lavori, 50 Foot Woman è l’ennesima ottima prova di una cantante, capace di abbinare un’emozionante verve interpretativa (grinta e pathos non mancano mai) a un’eleganza formale che, nonostante la giovane età, è da veterana del genere.


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