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REVIEWSLE RECENSIONI
4
Slash feat. Myles Kennedy & The Conspirators
2022  (Snakepit Records)
METAL / HARD ROCK
7,5/10
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07/04/2022
Slash feat. Myles Kennedy & The Conspirators
4
Prodotto da Re Mida Dave Cobb, 4 è il miglior disco di Slash dai tempi dell'esordio solista datato 2010.

Come è noto, durante gli ultimi due anni, molti artisti sono stati costretti a scrivere e registrare i loro album in isolamento o tramite videochiamate, mentre Slash, Myles Kennedy e i Conspirators, sono riusciti a invertire la tendenza, si sono recati insieme a Nashville, hanno prenotato uno studio e, sotto la supervisione di Dave Cobb, hanno realizzato il disco insieme, con l’intento di ottenere un risultato più immediato e coeso. Lo sforzo ha prodotto il quinto album di Slash lontano dai Guns N' Roses e il suo quarto insieme a Myles Kennedy and the Conspirators. E che disco!

Basta un fugace ascolto, per capire che il gruppo è riuscito ad ottenere il risultato desiderato: la scaletta è organica e compatta, le canzoni urgenti e scattanti, la produzione è scarna, asciutta, e il disco suona con la forza primordiale di una band che si diverte a suonare puro rock’n’roll. Con lo sguardo rivolto al passato, certo, ma con un surplus di energia che tante band più giovani si scordano.

Non ci sono sorprese su 4, il marchio di fabbrica è quello della chitarra di Slash, il suono, come sempre, è in bilico fra Guns e Alter Bridge.

L'opener "The River is Rising" rappresenta tutto il meglio di ciò che ti aspetteresti dal gruppo: ritornelli svettanti, riff duri e, naturalmente, un esplosivo assolo di chitarra.

"Whatever Gets You By" è un truce rock blues che colpisce letale come un pugno in faccia, "C'est la vie" è costruita su un lick di chitarra forgiato dal pedale wah wah di Slash, prima che il resto della band si unisca per pigiare nuovamente il piede sull’acceleratore rock blues. "The Path Less Followed" attinge dal passato, suonando come se fosse stato registrato negli anni '70, è un hard rock capace di fondere in perfetto equilibrio melodia e martellante potenza.

Slash punta all’essenziale, la sua performance alla chitarra è concisa, limita gli effetti e lascia parlare i riff, come avviene nella notevole "Actions Speak Louder Than Words", che presenta alcuni effetti wah wah, anche se, poi, il suono della chitarra è puntuto e diretto, senza fronzoli.

"Spirit Love" inizia con un vago sapore psichedelico, prima che il brano parta cupo e pesante, e Slash rilasci un assolo stratosferico, tecnicamente mostruoso, puro fulmicotone.

Una delle tracce più lunghe di 4, "Fill My World", resta a metà strada fra power ballad e inno da stadio, e vede di nuovo Slash sfoderare tutto il suo repertorio, un assolo incredibile, ma soprattutto quei lick melodici che hanno contraddistinto tante canzoni dei Guns.

Se “April Fool” fonde il rock classico con reminiscenze grunge, "Call Off the Dogs", sprinta a cento all’ora, incapsulando l'energia di una band che suona in studio esattamente come farebbe sul palco.

L'album si conclude con "Fall Back To Earth", una power ballad dalla struttura più complessa, che fonde strofe melodiche, ritornello possente e drammatico, e un assolo spaziale.

4 non è certo un disco rivoluzionario, ma è un grande album di rock, diretto, muscolare e grintoso, in cui Slash e Kennedy ribadiscono quanto sia prolifico e vincente il loro connubio. Il tocco magico di Dave Cobb fa il resto, producendo quello che è, probabilmente, il miglior disco del chitarrista dai tempi dell’esordio solista del 2010.