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MAKING MOVIESAL CINEMA
1917
Sam Mendes
2019  (01 Distribution)
GUERRA DRAMMATICO AZIONE
all MAKING MOVIES
08/02/2020
Sam Mendes
1917
6 aprile 1917, gli ordini sono chiari e sono pericolosi: fermare un attacco, non far cadere i propri commilitoni in una trappola, salvare un fratello, dei fratelli...

...il problema è che per dare questo ordine si rischia la vita, la propria vita, andando in prima linea, superandola, attraversando la terra di nessuno, la terra da poco abbandonata dai nemici tedeschi, finendo in una città occupata e in fiamme, per poi arrivare in un bosco dove quell'attacco dovrebbe partire. Facile? No di certo, né a dirsi né a farsi, anche perché si è in due, e si rischia la vita ad ogni passo, tra trincee dove regna lo sconforto e il dolore, campagne private dei loro frutti, comandanti restii ad aiutare.

Stacco

La storia di 1917 è tanto semplice da raccontare quanto difficile da portare in scena, perché Sam Mendes decide di immergerci negli orrori, nelle paure, nell'insensatezza della guerra costruendo questo suo film quanto mai personale (basato com'è sui racconti del nonno) in quello che sembra un unico piano sequenza, un continuo seguire, anticipare, circondare e accompagnare Sco e Blake nella loro missione impossibile, correndo veloci in trincee strette strette, attraversando cadaveri, campi minati, prati in fiore, lasciando senza fiato, facendo propria compagna un'ansia che si fatica a smaltire.

Stacco

Respiriamo, prendiamo tempo.

Perché 1917 non è un film fatto in unico piano sequenza, non come quel gioiello di Victoria, non come quell'inizio magistrale di La La Land o di Spectre, con cui Mendes si è fatto le ossa.
Ma è fatto di molti piani sequenza, un po' come Birdman, il più lungo dei quali è comunque di 10 minuti, raccordati tra loro grazie a montaggio quanto mai invisibile, un po' come aveva fatto Sir Hitchcock in Nodo alla Gola, pur non rimanendo qui nello stesso set.

Si respira,

quindi, e si arresta pure il ritmo quando cala la notte, quando Sco sviene nel buio e trova rifugio e speranza con una non-madre francese, se possibile unico episodio nella sua missione che fa un po' storcere il naso.
Per il resto: corre Sco, corre con Blake (Dean-Charles Chapman), corre da solo, si tuffa, spara, si nasconde, cerca di restare a galla, di portare quella maledetta lettera al suo destinatario, cerca di salvare vite e lo vedi George MacKay fondersi con il suo personaggio, sentire il peso dei passi nel fango, di corse contro il tempo e contro il pericolo, lo vedi lo sfinimento nei suoi occhi, il dolore pure, e te lo immagini lì sul set per sei mesi, con Mendes e la troupe a provare ogni passo, ogni movimento e ogni scena, così stupisce che fra le 10 nomination a cui è candidato 1917 non ci sia la sua, lui che regge assieme a quei comprimari che entrano in scena per pochi minuti, pur dominandoli, visto che si parla di Andrew Scott, Benedict Cumberbatch, Colin Firth e Richard Madden.
E con la stessa colonna sonora portentosa di Thomas Newman a farsi protagonista in più.

Stacco

Agli Oscar si privilegia la tecnica, e vorrei ben vedere, anche se i più proprio contro questi tecnicismi si sono scagliati, vedendo in 1917 un giocattolone ispirato ai videogiochi, un film fatto di forma e non di contenuto, di cuore. Ed in parte è vero, perché l'occhio attento è lì a chiedersi dove sono quegli

stacchi

dove sono i raccordi, come sono riusciti a girare una certa scena, un certo salto, una corsa folle. Come sono riusciti a ricostruire un set lungo chilometri, una città devastata.
Domande che ti porti a casa, a cui cerchi di trovare risposta nei video del backstage ma che non coprono, non mettono in ombra nemmeno un po' il cuore della vicenda: un cuore che vuole mostrare l'insensatezza, l'orrore, di un singolo giorno di guerra, di un singolo ordine da portare a termine, che magari, proprio domani, cambierà. Un cuore che mostra quello che molti giovani e giovanissimi hanno vissuto, perdendo se stessi, i propri fratelli.
Un solo giorno, meno di 24 ore, in cui la vita la si è rischiata ad ogni minuto.
È il 7 aprile 1917 ora, si può tornare a riposarsi, tornare a sentire il sole sul volto, l'erba sotto i piedi, pur avendo vinto, avendo perso, nel mentre.


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