Il primo incontro con i romanzi di Sandrone Dazieri risale a un po' di anni fa, a quando il suo libro d'esordio, Attenti al gorilla, venne pubblicato all'interno della collana Le strade del giallo in allegato a Repubblica. La copertina invogliava: uno scorcio milanese, a occhio un naviglio nebbioso, che richiama da subito il poliziottesco anni 70. Serbo ancora un bel ricordo di quel primo incontro, poi un po' per la volontà di lasciare meno spazio tra le mie letture a gialli e noir soprattutto se con protagonisti seriali come il Gorilla, un po' perché preso da altro il Dazieri lo abbandonai, nonostante da diversi anni questo È stato un attimo occhieggiava dalla mia libreria. Ora, con l'intento di recuperare i libri in giacenza da tempo sui miei scaffali, ho preso in mano questo che è il sesto romanzo dell'autore (più uno rivolto ai ragazzi) e che non vede come protagonista il Gorilla bensì un delinquentello di mezza tacca di nome Santo "Trafficante". L'aspettativa per il nuovo incontro con la prosa di Dazieri devo ammettere era alta e senza indugio posso andare a dirvi che in qualche maniera sono uscito dalla lettura di questo romanzo con un pizzico di delusione. Di per sé la vicenda di Santo Trafficante è anche ben costruita, sfrutta l'espediente del protagonista affetto da amnesia che poco a poco deve ricostruire un buco nella sua vita passata (e qui si tratta di un buco di molti anni) trovandosi nel presente a vivere l'esistenza di quella che all'apparenza potrebbe essere completamente un'altra persona, e in effetti così è per Santo che per questo nuovo sé stesso che pian piano scopre di essere non prova nemmeno troppa simpatia.
Santo detto Trafficante è un piccolo spacciatore che vivacchia di espedienti, ha il suo giro di clienti, qualche piccolo affaruccio finché un giorno incontra Max, altro delinquente come lui, i due decidono di mettersi in società, ancora droga, piccoli furtarelli, un bel giro finché Max non decide di tradire Santo, il tutto culmina con una bella botta in testa ai danni del nostro. Quando Santo si risveglia si ritrova sul pavimento di un bagno pubblico, molto elegante, non come quello del baretto di Oreste che era solito frequentare, vestito di tutto punto e circondato da elegantoni, uscendo gli viene incontro una giovane donna distinta, elegante anch'essa, che lo tratta come se fosse il suo fidanzato o suo marito, una donna che ovviamente lui non ricorda d'aver mai visto. Uscito dal bagno si rende conto d'essere all'interno del Teatro alla Scala, un luogo che mai avrebbe pensato di poter frequentare. Da quel momento Santo dovrà ricostruire il suo passato recente nei panni di una persona totalmente diversa da quel che ricordava, tra una nuova posizione, soldi a palate, amanti, accuse di omicidio e nuovi amici/nemici.
Dazieri conosce bene il mestiere, sa come dare il giusto ritmo alla narrazione per coinvolgere il lettore, capitoli brevi in ognuno dei quali succede qualcosa, piccoli cliffhanger disseminati in chiusura di quasi tutti i capitoletti che facilmente possono diventare come le ciliege che una tira l'altra. Il romanzo alla fin fine si lascia leggere, non ci sono momenti di stanca o fasi morte, per carità, tutto funziona più che bene, il problema è che non c'è nemmeno nulla di così accattivante. Nei miei ricordi ormai sbiaditi legati al romanzo d'esordio dello scrittore di Cremona c'era una descrizione d'ambiente molto avvolgente, un'atmosfera capace di catturarti che qui un po' manca, ci sono diversi riferimenti alla vecchia Milano ma il tutto non riesce a penetrare sottopelle, anche il protagonista non è così accattivante, i coprotagonisti rimangono tutti un poco distanti dal lettore, insomma, il romanzo alla fine intrattiene il giusto ma non cattura mai veramente. Per una lettura d'intrattenimento, specie in epoca di quarantene da coronavirus, È stato un attimo fa il suo dovere, per avere qualcosa di più che si debba tornare alle successive avventure del Gorilla? A letture avvenute l'ardua sentenza.