“Un sacco di gente sostiene di ricordarsi delle vite
antecedenti; io sostengo invece di ricordarmi
di un’altra vita presente “.
(Philip K. Dick al Convegno di Metz, 1977)
“Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo
oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco
in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche
sono stato perfettamente conosciuto”.
(Lettera ai Corinzi, 1, 12)
Come costruire universi che non cadano a pezzi.
Basterebbe questo concetto a testimonianza della portata speculativa del pensiero di Philip K. Dick, per cui, senza pericolo di sbagliarci, potremmo annoverarlo tra la categoria dei filosofi. Proprio il convegno di Metz ci sostiene in questo assunto: invitato da una folta schiera di fan che lo attendevano per parlare dei raggi B alle porte di Tannhauser (1), consegnò loro una cocente delusione trattando, invece, di rimandi alle Sacre Scritture. Cos’era successo? Nel 1974 le conseguenze di un’estrazione dei denti del giudizio, lo portarono ad una visione mistica. Alla consegna dell’analgesico da parte dell’addetta della farmacia, vide un raggio di luce provenire dal ciondolo a forma di pesce (simbolo delle prime comunità cristiane) di quest’ultima. In quel preciso momento cadde il velo di Maya della rappresentazione in virtù della realtà. A seguito di quest’esperienza mistica lo scrittore si dedicherà all’elaborazione di una sua personale Esegesi, una vera e propria anamnesi platonica, tesa a dimostrare che in realtà viviamo addormentati e ignari di essere parte di un sistema d’intelligenza artificiale che ci inganna (2). Schiavi di un mondo maligno, in realtà, non siamo dove crediamo di essere; a crack in the mind, verrebbe da dire, parafrasando il titolo originale di “Svegliatevi dormienti” (3).
Secondo Dick è necessaria una frattura che sconvolga lo status quo della realtà e della sua percezione, un’altra vIsione con cui orientarsi in cerca della Verità. Dieci anni prima di Metz, aveva dato alle stampe un libro dal titolo In senso inverso dove a seguito di un’inversione temporale denominata “Fase Hobart”, il tempo scorreva all’indietro. Addio era la forma di saluto iniziale tra la gente, così come un soffio che portava alla formazione di un mozzicone, era il passaggio obbligato per cui la sigaretta tornava nel pacchetto. L’effetto più sconvolgente dell’inversione della freccia temporale era l’emergere dalle tombe dei morti per poi ringiovanire fino al ritorno graduale nel grembo materno. Le prime pagine iniziano proprio con la richiesta di una defunta di essere tratta fuori dalla terra, situazione che comporta l’intervento delle squadre preposte al salvataggio che lavorano nei cosiddetti Vitarium, laboratori dove i redivivi sono successivamente curati.
“La voce soffocata e debole diceva: “Mi chiamo Tilly M. Benton, e voglio uscire. Qualcuno mi sente?”
E voglio uscire.
La condizione obbligatoria dettata dalle leggi di questo mondo, impone che il corso del tempo, per quanto inverso, non sia forzato; nessun redivivo deve essere risvegliato prima dell’avvicendamento naturale degli eventi. Questo, però, porterà Sebastain Hermes, capo del Vitarium anch’egli tornato dal buio della morte, (4) di fronte alla scelta se risvegliare in anticipo l’Anarca Thomas Peak, defunto leader nero - probabilmente assassinato - fondatore della religione degli Uditi il cui credo era stato messo a tacere dalla potentissima Biblioteca. Esistono solo quatto copie anastatiche dei suoi scritti e i Cancellatori sono all’opera per eliminarle del tutto. Ecco il compito: risvegliare l’Anarca prima che lo trovino gli altri interessati e prima che arrivi in città il suo discepolo per il raduno di tutti gli adepti (abitanti la Regione della Libera Municipalità Negra, Regione nata dalla divisione per cui gli Stani Uniti non sono più tali), sospettato in realtà di volerlo eliminare.
Ogni capitolo è introdotto da eserghi tratti dalle opere di filosofi medievali; Sant’Agostino, Boezio, San Bonaventura, Giovanni Scoto Eriugena e San Tommaso d’Aquino, a riprova dell’interesse filosofico del nostro e del discorso metafisico che è sotteso a gran parte della sua opera. Non è causale, infatti, la prima frase che Thomas Peak pronunci al risveglio:
“L'Anarca disse in un sussurro frusciante, simile a quello del vento: Ho visto Dio. Ne dubitate?”
Una frattura: lo specchio di cui parlava San Paolo si è rotto. Lo abbiamo attraversato e giunti alla tana del Bianconiglio abbiamo visto che “tornare a casa” corrispondeva a tornare alla regressione definitiva. L’oscurità è cessata e l’inganno svelato: forse l’Anarca, fatto prigioniero dalla Biblioteca, ci rivelerà l’ultima verità. Prima di questo, però, un uomo, sarà posto davanti ad una scelta drammatica, vale a dire se sacrificare i propri affetti in virtù di un bene superiore. Sarà in grado Sebastian Hernes di seguire una massima universale a discapito del proprio amore e interesse personale?
Ma allora consocerò perfettamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto. E forse, allora, nel giorno in cui tutti i morti si solleveranno - che è il futuro che è adombrato al termine del libro - sarà possibile per Dick rivedere faccia a faccia la sorella gemella, morta pochi giorni dopo la nascita. Come è tratteggiato nella splendida biografia di Emmanuel Carrère (5) è questa l’”altra realtà presente” che lo scrittore ha percepito e cercato per tutta la vita, delineandola negli universi narrativi da lui creati. Nessuna distopia, allora, né paranoia dettata dall’uso di acidi: abitare questi universi rischia di essere devastante. Nulla che regga il confronto con la dimensione dell’affetto umano, di quel legame misterioso che unisce due corpi nati insieme, due anime che si sono conosciute perfettamente.
Post Scriptum.
Una breve nota musicale sull’anno di uscita del libro e di altro: 1967
Pubblicazione de: “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band ”, “The Velvet Undergorund”, “The Piper at the Gates of Dawn”, “Surrealistic Pillow”, “Are you experienced?, “The Doors". Non sono un passatista, ma semmai dovesse verificarsi una Fase Hobart…
“In senso inverso” è pubblicato in Italia dalla casa editrice Fanucci.
1) Cit. dal dialogo finale dell’androide in: “Blade Runner” di Ridley Scott (1982).
2) “Matrix” dei fratelli Wachachowski anticipato di 25 anni.
3) “A crack in the Space”, pubblicato anche con il titolo emblematico di: “Verso un altro orizzonte”.
4) Hernes, nella mitologia greca era colui accompagnava lo spirito dei defunti nell’aldilà.
5) E. Carrère. “Io sono vivo, voi siete morti” - Nuova edizione Adelphi, 2016.