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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
06/07/2018
Le interviste di Loudd
Artura
Il mondo visto dall'alto, distese ghiacciate, l'immensità della natura e l'irrilevanza dell'uomo di fronte ad essa. Sono le prime sequenze di “Estranei” disco di debutto degli Artura.

Il mondo visto dall'alto, distese ghiacciate, l'immensità della natura e l'irrilevanza dell'uomo di fronte ad essa. Sono le prime sequenze di “Estranei” disco di debutto degli Artura, band di Udine formata da musicisti attivi da diversi anni nella scena. Matteo Dainese aka Il Cane, batterista, producer e cantautore, in un percorso che va dalla colloaborazione con gli Ulan Bator di cui ha fatto parte dal 1999 ai primi anni 2000, e poi ancora le sue produzioni come Il Cane e con la sua etichetta Matteite, mentre per Deison, se cerchiamo su Discogs, troviamo almeno due pagine, tra collaborazioni con Thurston Moore, Maurizio Bianchi, KK Null ed altri ancora. Non è bello però parlare degli artisti per il loro curriculum e ancora meno solo per le opere passate. Ma anche se Artura è una nuova creatura, non è la prima volta che Matteo Dainese aka Il Cane, Cristiano Deison e Tommaso Casasola suonano insieme...

DEISON: Beh, con Tommaso sì, è la primissima volta invece Matteo lo conosco da oltre 25 anni e abbiamo suonato molto assieme (nei Meathead) , condiviso palchi, sale prove, concerti ed innumerevoli avventure!
Il Cane: ho suonato con Cristiano nei Meathead, mentre con Tommy nei So Long Saigon

 

Spesso per parlare di musica, soprattutto elettronica, non si usa il termine gruppo o band ma progetto. Voi come preferireste essere considerati?

Il Cane: ci piace essere considerati come un collettivo sempre in aggiornamento

 

Nel disco c'è un particolare approccio alla composizione, ce lo volete raccontare?

DEISON:  L’idea dell’elettronica applicata a questo disco non è di puro arrangiamento o per riempire delle parti creando delle atmosfere ma più’ quella di realizzare eventi che contribuiscano all’ascolto in maniera diversa; infatti ci sono spesso rumori, frequenze che cercano di stabilire un’ascolto attento, quasi una rottura all’interno dell’evolversi del pezzo per condurre l’ascoltatore in una diversa direzione.

 

Batteria, elettronica e basso sono usati in modi non convenzionali, come riuscite a ritagliarvi ognuno il proprio spazio?

Il Cane: Per quanto riguarda il sottoscritto è molto semplice: parto dalla batteria, la registro, non la edito, imponendomi tassativamente la regola di non toccarla a livello di metrica, poi ci costruisco la canzone sopra. In un secondo momento arriva il basso di Tommy con il compito di rendere piu groovy possibile il brano e farci ballare ed infine i rumori del Deison per portarci dritti in un altro immaginario.

DEISON: In realtà io produco sostanzialmente quello che mi riesce di fare, ovvero  mescolare suoni e rumori da inserire all’interno di una struttura che spesso non ha punti di riferimento fissi per cui la mia è una “crepa sonora” che attraversa il pezzo.

 

E, oltre ai vostri strumenti ci sono poi le sequenze, gli ospiti e per finire, lo Space Echo. Come pensate di riprodurlo dal vivo, sempre che sia nei vostri piani.

Il Cane: Me lo porto dietro fisicamente sul palco e lo appoggio sopra alla cassa della mia batteria. Quando nel brano ci sono delle pause previste nel beat di batteria automaticamente si aprono le mandate delle sequenze nello Space Echo, prendo il tap tempo e inizio a spippolarlo come se non ci fosse un domani.

 

Tutti e tre venite da background differenti, c'è qualcosa che vi unisce, come ascolti, come intenzione di suono, come idea?

DEISON: Il mio approccio è sempre stato quello di dare molta importanza al suono inteso come esperienza di ascolto e anche in questa situazione sonora con Artura l’approccio non cambia, l’idea di calarmi in una situazione diversa dalla mia “comfort zone” mi spinge a nuove soluzioni e direzioni.

Il Cane: principalmente penso la voglia di scrivere della musica, approcciandosi alla scirttura di quest’ultima ogni volta in modo diverso.

 

L'aspetto legato ai visual non sembra secondario, ce ne volete parlare?

Il Cane: Nasce dalla collaborazione con la regista dei video Mara Masarotti, dalla sua voglia di riprendere spazi immensi e dalla mia, invece, di montare le sue riprese a tempo su un sacco di brani dei dischi.

 

Il Drone: strumento di libertà, come scrivete nella presentazione, ma anche possibile strumento di controllo, sorveglianza, e, perché no, in molti paesi del mondo anche di distruzione.

Il Cane: Per fortuna siamo affascinati solo dal lato estetico...

 

Un'ultima domanda, per Matteo: dopo avere ascoltato i suoi dischi, in particolare quelli come Il Cane e Artura, vedo che c'è sempre un tratto comune nel modo di suonare la batteria, insolito per l'Italia. Quali sono stati i batteristi che ti hanno influenzato o come sei arrivato a questo stile?

Il Cane: il mio modo di suonare è abbastanza innato, anche se da sempre studio molto per rendere il mio stile piu preciso e piu comprensivo possibile, di base quando nel ‘92 a 16 anni suonavo i tamburi con i Metahead, Jitterbugs o Warfare, il mio stile era già a fuoco.
Amo molto i batteristi virtuosi che riescono a far ballare la gente soprattutto quando la musica è molto dark ed emotiva. Per quanti riguarda il disco degli Artura invece mi sono fatto trasportare da una vena più funk anni 70! Un batterista che mi ispira da vent’anni e che per certi versi arrangia con la “battera” come il sottoscritto, è John Stanier dei Battles e degli Helmet.

 

Progetti per il prossimo futuro?

Il Cane: Scrivere un nuovo disco, in cantiere già da mesi, come dei nuovi video, anche senza drone.