Cosa hanno in comune "Satisfaction", "Gimme Some lovin'", "Day Tripper", "You Really Got Me", "Immigrant Song", "Smoke on the Water" e giù fino a "Highway To Hell" e "Smells Like Teen Spirit"? Beh, oltre ad essere delle grandi canzoni, sono tutte accomunate da una frase di due o quattro battute che altro non è che il "riff" di chitarra, che le rende immediatamente riconoscibili e familiari anche se non ci ricordiamo il titolo o chi la canta (cosa però altamente improbabile), sia che il riff diventi la parte più memorabile della canzone, come ad esempio in quelle degli Stones, (la succitata "Satisfaction" è una canzone dove, senza quel riff micidiale, le strofe sarebbero altamente dimenticabili), sia nel caso di "Day Tripper" dei Beatles dove esso è omogeneo al contesto armonico del resto della canzone (argomento che porta acqua al mulino sulla superiorità di compositori degli “scarafaggi”), fino a quello di una sola nota in "Gimme Some Lovin" dello Spencer Davis Group.
Il riff però non è un'invenzione del rock ma era già presente nel jazz degli anni trenta ed ebbe una diffusione massiccia nelle orchestre dell'era "swing"; penso a quelle di Count Basie e Duke Ellington, come pure ai cantanti r'n'b. Ma, come abbiamo visto prima, anche qua il riff era del tutto sganciato dal contesto armonico, e, ripensando agli Stones, la loro musica è una conferma diretta di come il loro lavoro sia debitore in larga parte di tutta la musica tradizionale dei neri americani. Il riff è presente anche in canzoni che a prima vista sono meno inquadrabili e memorizzabili, quali ad esempio quelle dei gruppi prog, magari è nascosto nei meandri delle armonie dei tempi dispari, ma anche in questo caso, nel momento giusto, quando arriva, esso è accolto come una sorta di liberazione e fa sì che anche quel genere di musica così compromesso con suite dal sapore classico giustifichi e ribadisca la sua appartenenza al rock.
Ma la cosa in cui il riff è ruffiano (mi era venuta una battuta: "riffiano"...), è la reazione che abbiamo tutte le volte che ne ascoltiamo uno; "ecco il vero rock", "ecco il rock dei bei tempi andati", il che ci può portare a dire che il riff sia ormai un armamentario dell'epoca d'oro del rock, salvo poi imbatterci, trent'anni dopo, in una canzone come "Smells Like Teen Spirit" dei Nirvana che, come una novella "Satisfaction", fa appoggio su di un riff memorabile e, come quella, fa sì che le strofe siano (quasi) trascurabili fino all'avvento di quelle battute micidiali.
Si può oggi fare a meno del riff ? A meno che non siate appassionati di metal o di hard rock, sì; e per fortuna il rock non vive di soli riff, ma vedrete che quando arriverà un nuovo gruppo e quelle due o quattro battute ti inchioderanno all'ascolto, il vostro pensiero sarò sempre quello: "ecco, questo si che è rock!".