Nel mare magnum del movimento revivalista nu soul destano interesse i Shanda & The Howlers, band proveniente da Las Vegas (Nevada) e oggi al primo full lenght in carriera. Il gruppo, composto da Shanda Cisneros (voce), Trevor Johnson (chitarra), Micah Lapping-Carr (sassofono), Luke Metz (basso) e Keith Alcantara (batteria), si è formato a inizio del 2015 e nell’estate dello stesso anno ha iniziato a suonare nei locali della zona, per finire in poco tempo ad aprire i concerti di Wanda Jackson e dei The Blasters. Devoti al verbo Stax e Motown, i cinque ragazzi non hanno mai nascosto quelli che sono i loro musicisti di riferimento, tra cui vale la pena citare Big Maybelle, Ruth Brown, Otis Redding, The Crystals, The Marvelettes, Gino Parks, LaVern Baker, and James Brown. Un background classicissimo, dunque, che però a differenza di molte band coetanee, più attente alla rilettura filologica del genere, viene rivisitato dagli Howlers con originalità e grinta rock’n’roll. In primo luogo, il suono è grezzo, basilare, quasi gracchiante, come se le canzoni di quest’esordio provenissero da una vecchia radio sintonizzata sul passato. La voce rauca e ruvidissima della frontwoman Shanda Cisneros e il taglio chitarristico delle canzoni, molto contiguo a certe asprezze garagiste, fanno, poi, di Trouble un disco in cui soul e r’n’b vengono piegati alle necessità di una rumorosa inclinazione rock. Quando, poi, i ragazzi scelgono la strada del blues (Don’t Wait Up, Mind Me Up) tutt’intorno sembra aleggiare il fantasma di Howlin’ Wolf. Bel disco, a metà tra tradizione, melodia e adrenalina rockettara.