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REVIEWSLE RECENSIONI
Colter Wall
Colter Wall
2017  (Young Mary's Records/Thirty Tigers)
AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS
6/10
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07/07/2017
Colter Wall
Colter Wall
Più potenzialità che risultati nell'esordio del giovane canadese

La carriera del canadese Colter Wall è iniziata in sordina, con un Ep autoprodotto e distribuito solo in Canada. Imaginary Appalachia, questo il titolo del suo esordio, sarebbe passato del tutto inosservato se non fosse finito, un po’ fortunosamente, sulla scrivania di chi stava curando la colonna sonora di Hell Or High Water, una delle pellicole più acclamate della passata stagione. Così, la sua Sleeping On The Blacktop è stata scelta dai produttori del film, finendo per attirare su Wall le attenzioni del pubblico e della stampa di settore. Di Lui si è accorto anche David Cobb, il cui tocco in fase di produzione ha dato l’abbrivio a una carriera di successo a molti artisti di genere. I due hanno collaborato in studio di registrazione e in una settimana hanno messo a punto questo primo full lenght, di cui tutti, sia in America che in Europa, Italia compresa, stanno parlando come di un’autentica rivelazione. Merito soprattutto delle suggestioni create dalla voce (molto impostata) di Colter, che alla tenera età di soli ventun anni si ritrova con un profondo timbro da crooner; timbro che, fin dalle prime note di Thirteen Silver Dollars, la canzone che apre l’album, richiama alla mente Johnny Cash, una delle fonti di ispirazione del ragazzo. Le altre, come Wall ha suggerito in svariate interviste, sono Townes Van Zandt (del quale in scaletta compaiono due cover), Guy Clark, Ramblin’ Jack Elliott e, per non farsi mancare proprio nulla, anche Woody Guthrie. Ed è proprio questa dichiarazione d’amore nei confronti dei propri padri putativi il limite di un disco bello, certo, e intenso e coeso, ma fin troppo debitore verso gli standard della tradizione e un suono classicissimo. Niente di preoccupante: il ragazzo è giovanissimo e si farà, visto il potenziale che si intravvede in certe canzoni davvero notevoli (Bald Butte, Kate Mc Cannon, la citata Thirteen Silver Dollars). Tuttavia, al momento, gli manca ancora quel pizzico di creatività con cui hanno riletto il genere Parker Millsap o Sturgill Simpson, due degli artisti a cui la stampa americana ha spesso paragonato il giovane canadese. Questione di tempo, probabilmente: questo esordio ha tutte le carte in regola per essere l’inizio per una grande carriera.