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REVIEWSLE RECENSIONI
13/05/2022
Rancore
Xenoverso
Sei mai stato nello Xenoverso? E nell’Universo invece? Come viaggia un Cronosurfista? Sono l’unico ad aver raccolto testimonianze sulla grande guerra, sugli angeli netturbini e su Arakno? Xenoverso è il nuovo album di Rancore: difficile, complesso e distopico, che lo conferma la migliore penna del panorama rap italiano.

“Sei mai stato nello Xenoverso? E nell’Universo invece? Come viaggia un Cronosurfista? Sono l’unico ad aver raccolto testimonianze sulla grande guerra, sugli angeli netturbini e su Arakno?” (Rancore)

 

Dopo una pausa di 4 anni dal progetto precedente è uscito XENOVERSO, il nuovo album del rapper Rancore. Anticipato dalla partecipazione a Sanremo con “Eden” (feat. Dardust), dalla collaborazione con Margherita Vicario in "Equatore" e da tre estratti dal disco, questo lavoro arriva colmo di aspettative.

Proprio questa trilogia, inserita a metà disco e preceduta dall'interludio “Cronosurfisti (Skit)” sembra fare da spartiacque e dividere l’album in due metà. La prima delle tre canzoni, "Lontano 2036", suona cupa e colma di una narrazione inquietante, ma tutto sommato lo è meno delle due successive (“Ho sete, in questa guerra mentale noi siamo preda di un'arma che non si vede. Orme sulla sabbia, una vita tra due virgole, vuoi vederle? Abbiamo occhi troppo piccoli per le stelle, eppure grandi per le singole particelle. Dai, cosa vuoi guardare? Siamo come granelli in delle celle, chiusi in delle conchiglie, illusi di essere già perle rare, vite lontane, scorrono in tempo reale”).

"X Agosto 2048" introduce suoni più marcatamente elettronici e aumenta la pesantezza dei toni della traccia. La canzone è una lettera da un padre al figlio: nel 2048, dopo la Grande Guerra oggetto di “Lontano 2036”, le scorie rilasciate dalle bombe, finite oltre l'atmosfera, rischiavano di ricadere sulla Terra per effetto della gravità, come le meteore che determinano il fenomeno delle stelle cadenti; per questo uomini di ogni età furono inviati nello spazio per raccogliere tali rifiuti: il padre della canzone è uno di questi. Da qui il 10 agosto, giorno di San Lorenzo, in cui solitamente si osservano, ma anche titolo di una poesia di Pascoli, che ha come oggetto la morte del padre.

"Arakno 2100", invece, sfocia nei suoni che il testo definisce come quelli "dell'ultimo rave del mondo" in un'atmosfera pienamente distopica. Qui, a partire da fatti storici degli ultimi secoli, si critica uno spostamento eccessivo verso il mondo virtuale, dove il web, come un ragno, viene descritto come una rete che imprigiona gli uomini e li priva della loro libertà, arrivando sino alla distruzione del nostro mondo.

 

Il disco infatti, come testimoniano le due skit poste in apertura e in chiusura dei tre singoli già citati (“Cronosurfisti” e “Guerra dei Versi”), racconta un futuro in cui si narra una lotta tra universi, o forse di una lotta entro il nostro. XENOVERSO è un disco difficile e poco scontato, che eleva la scrittura e la capacità di narrazione di Rancore permettendogli di misurarsi con temi e tracce di difficile analisi, poco adatti ad essere sintetizzati in poche parole.

Scrivo a te lettore sicuramente proveniente dall'Universo, nella consapevolezza che questa non è la fine del racconto ma solo l'ennesimo tentativo di provare a spiegare ciò che è inspiegabile. Scrivo a te perché io sono stato nello Xenoverso e mi sento in dovere di raccontartelo. Ho viaggiato per molti anni e in questi lunghi viaggi ho raccolto testimonianze e accumulato più informazioni possibili su quello che esiste fuori dal nostro Universo. Difficile poter spiegare a parole i luoghi in cui le parole stesse non sono mai arrivate. Ho visto diversi tempi, diversi spazi, ho vissuto diverse versioni di me, sono stato un bambino come un adulto, ho vissuto il passato come il futuro. Ho incontrato tante vite che mi hanno raccontato tante storie. Mi hanno chiesto di portare con me i loro messaggi. Oggi scrivo a te, in un tempo che una volta mi apparteneva e che dopo questo lungo viaggio forse non mi appartiene più. Questa è un'era di cambiamenti, una di quelle ere di confine. Lo Xenoverso ha aperto non solo a grandi possibilità, ma anche a grandi pericoli”. (Rancore)

 

I quattro brani che formano la prima metà del disco (“Ombra”, “Freccia”, “Federico” e “Guardie&Ladri”) sono quattro storytelling, di cui uno con il featuring di Nayt, caratterizzati da una presenza massiccia delle strumentali, che risultano meno armoniose di quelle presenti dei vecchi dischi.

La seconda metà dell’album, invece, inizia con una bellissima dedica alle rime e alle parole “Le Rime (Gara tra 507 parole)” e, oltre ai due singoli “Eden” e “Equatore”, contiene quello che a mio avviso è il brano più bello del disco: "Fantasia", in cui si racconta la seconda guerra mondiale vista dagli occhi di un bambino costretto a nascondersi e fuggire.

Nell'ultimo brano, “Io non sono io”, lo stesso Rancore chiarifica ulteriormente le caratteristiche di questo album e il motivo per cui fa la musica che fa: “avere qualcosa da raccontare e non un motivo che sia fine a sé stesso, ma un motivo che vada oltre te stesso. È un po' quella, la mia luce. La musica che porto cerca di non limitarsi nella complessità, anche se magari può subirne dei danni in questo. Però 'sti cazzi, nel senso che è quello che dicevo prima: forse quando hai un motivo per fare le cose, le cose assumono molto più senso e dare un senso alle cose è la cosa di cui io, almeno come persona, ho più bisogno adesso”.

 

Con XENOVERSO Rancore ha voluto alzare ulteriormente il livello, realizzando il più difficile tra i suoi album precedenti, molto molto meno pop o rap, ma che soprattutto richiede uno svariato numero di ascolti per riuscire a cogliere tutte le sfaccettature testuali e sonore. Di certo, in ogni caso, Rancore si conferma una spanna sopra a qualsiasi altra penna nel panorama urban/rap italiano. Sicuramente deve piacere il suo tipo di scrittura e posso capire che quando una persona si approcci a questo genere non voglia avere a che fare con testi così impegnativi, però la capacità, anche tecnica, di incastrare le parole e creare storytelling di questo livelloè davvero incredibile.

XENOVERSO dunque è un ottimo disco, dal quale potevano forse essere esclusi i due singoli che ormai risalgono a uno e due anni fa per alleggerire l'ascolto, ma a parte questa piccolezza, con un album del genere, c'è veramente poco da obiettare al rapper romano.