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REVIEWSLE RECENSIONI
Think Of Paradise
Ruben Minuto
2019  (Autoproduzione)
AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS ROCK
7/10
all REVIEWS
22/01/2020
Ruben Minuto
Think Of Paradise
In “Think of Paradise” Ruben Minuto sintetizza tutte le proprie influenze musicali, in costante equilibrio tra Country e Rock

A scorrere i nomi con i quali Ruben Minuto ha avuto modo di collaborare nel corso della sua ormai trentennale carriera, viene da chiedersi se sia davvero un musicista italiano oppure se sotto la lunga barba non si nasconda un gringo fatto e finito. Polistrumentista, apprezzato sideman e autore di tre dischi solisti (I Hate to Sing the Blues del 2004, This del 2012 e questo Think of Paradise, uscito a fine 2019), Ruben Minuto ha girato l’Italia e l’Europa accompagnando svariati cantautori “made in Usa” come Ashleigh Flynn, Don DiLego, Ian Foster, Tony Trishcka, Jayne Kelly, Kellie Rucker  e Steve Arvey, arrivando a togliersi anche qualche soddisfazione, come la partecipazione al Chicago Blues Festival e all' Owensboro Bluegrass Festival. Una carriera lunga e fatta di tanta passione per la musica a stelle e strisce, che trova il suo ideale compimento in Think of Paradise, un album nel quale Ruben Minuto sintetizza tutte le proprie influenze musicali, in costante equilibrio tra Country Rock.

Accompagnato dal fedele scudiero Luca Crippa, qui nella doppia veste di strumentista e produttore, (assieme a Larsen Premoli) e da una band composta da Alessio Gavioli, Riccardo Maccabruni, Antonio Cirio e Max Ghirardelli, Minuto offre all’ascoltatore undici brani allo stesso tempo eclettici e rigorosi, che spaziano dal Country più classico al Rock, passando per il Southern, il Folk e il Bluegrass, in un riuscito mix tra Byrds (versione Sweetheart of the Rodeo), Grateful Dead (periodo Workingman’s Dead/American Beauty) e Allman Brothers Band (ma senza le derive Jazz), il tutto condito con un tocco di Flying Burrito Brothers. Insomma, a voler trovare una sintesi, la proposta di Ruben Minuto sembra davvero molto vicina a quella dei Mudcrutch del compianto Tom Petty, ovvero un gruppo Country sulla carta, ma Rock nell’attitudine e nella filosofia, che conosce la direzione che vuole dare al pezzo, ma ama prendersi delle libertà. In Think of Paradise, infatti, la band non perde occasione per deviare dal sentiero tracciato, piazzando strategicamente qualche digressione strumentale, che rende più imprevedibile e dinamica ogni singola canzone. Ne risulta così un album frizzante e rilassante al tempo stesso, perfetto per un viaggio in auto baciati dal (purtroppo immaginario) sole californiano, dove le strade e lo spirito con cui si sta al volante sono più importanti della destinazione finale.

Impreziosito dai contributi di Larsen Premoli, Andrea Filipazzi dei Ritmo Tribale e Cris Mantello, Think of Paradise è un album di puro artigianato, suonato con passione e competenza da strumentisti che preferiscono esprimere la propria musicalità con spontaneità. Un atteggiamento che rispecchia il messaggio che Minuto lancia attraverso i suoi testi, una profonda riflessione sul rapporto tra uomo e natura, alla ricerca della semplicità e delle piccole cose. Qualcuno ha definito Ruben come «il più americano tra gli artisti italiani o forse il più italiano fra quelli americani». Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, dopo l’ascolto di Think of Paradise li avrà completamente fugati.


TAGS: americana | loudd | recensione | review | rock | rubenminuto | thinkofparadise