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REVIEWSLE RECENSIONI
27/09/2017
Yusuf/Cat Stevens
The Laughing Apple
Dopo quarant’anni, Yusuf torna a utilizzare il nome Cat Stevens e realizza un album nel quale si alternano originali a rivisitazioni di vecchi brani, suonato e inciso con la cura dell’artigianato di un tempo.

Anche se durò solo quattro anni, il percorso che portò il cantante folk di origini greche Steven Demetre Georgiou a diventare il cantante pop rock Cat Stevens fu lungo e faticoso. Ma ne valse la pena: dieci anni di grandi successi (dal singolo di debutto, “I Love My Dog”, del 1967, fino a Back to Earth, del 1978, ultimo lavoro prima del ritiro), due album che sono dei piccoli manuali del cantautorato anni Settanta (Tea for the Tillerman e Teaser and the Firecat) e una canzone immortale (“Father and Son”). 

Oggi, a quarant’anni dalla conversione e a cinquanta dal debutto discografico, Georgiou ha pensato che fosse giunto il momento di riportare tutto a casa. Innanzitutto, è tornato a lavorare con il suo storico produttore Paul Samwell-Smith, con il quale negli anni Settanta ha esplorato le potenzialità dell’interazione tra un cantante e un’orchestra. Poi, si è affidato nuovamente al tocco di Alun Davies, che con la sua chitarra acustica è stato parte integrante della riuscita dei suoi migliori album. Infine, è tornato a utilizzare apertamente il nome d’arte con il quale è più conosciuto e amato, Cat Stevens, affiancandolo a quello di Yusuf Islam. Il risultato è The Laughing Apple.

L’album, nel quale si alternano originali a rivisitazioni di vecchi brani, è suonato e inciso con la cura dell’artigianato di un tempo, dove la voce e il dialogo tra le chitarre acustiche sono in primissimo piano e tutti gli altri strumenti sono utilizzati con grande parsimonia, dando al tutto un colore pastello: esattamente il contrario di ciò che Cat Stevens aveva fatto nel suo lavoro più rappresentativo, Tea for Tillerman. In The Laughing Apple, invece, Paul Samwell-Smith ha lavorato di sottrazione, evitando con destrezza che l’atmosfera del disco, misurata ed essenziale, deragliasse verso tinte più cupe e livide, come negli ultimi capitoli delle American Recordings di Johnny Cash. Qui non c’è nessuna riflessione sulla mortalità, nessun Man in Black che sente la sua esistenza sempre più precaria e fragile, bensì un sereno uomo di 69 anni forse per la prima volta in pace con se stesso e con il proprio percorso, sia spirituale sia artistico. Sarà forse il titolo, l’illustrazione di copertina o il tono di alcune canzoni, ma The Laughing Apple ricorda forse da vicino un riuscito libro di fiabe. In questo caso, il narratore è Steven Demetre Georgiu e la storia è quella di come Yusuf Islam riuscì finalmente, dopo quarant’anni, a fare pace con Cat Stevens.