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MAKING MOVIESAL CINEMA
Resta con me (Adrift)
Baltasar Kormakur
2018  (01 Distribution)
DRAMMATICO
all MAKING MOVIES
04/09/2018
Baltasar Kormakur
Resta con me (Adrift)
“Com’è navigare in solitario?” “E’ una sensazione che non so descrivere. Ci sei solo tu e l’orizzonte infinito.”

Non lasciatevi ingannare dal trailer. Adrift, che letteralmente significa “alla deriva”, ribattezzato con il titolo italiano “Resta con me”, non è solo una storia d’amore. È un viaggio nel blu più profondo, nel cuore dell’oceano, meraviglioso e terrificante, e nell’anima dei protagonisti.

Tami è una giramondo, ha lasciato San Diego da qualche anno e non è ancora pronta per tornare a casa. Richard è inglese, ha sempre avuto la passione per il mare e per la vela e ha girato mezzo mondo a bordo della sua barca.

Tami e Richard si incontrano a Tahiti. Lei ha la testa tra le nuvole, lui i piedi ben piantati a terra. L’intesa è immediata, la gioiosa indipendenza di lei e lo spirito avventuroso di lui, è come se si fossero cercati da sempre.

Quando gli viene proposto di portare una splendida barca, la Hazana, dalle Fiji fino al porto di San Diego, accettano l’incarico sperando di raccogliere abbastanza denaro per salpare di nuovo insieme in cerca di altre avventure. Non immaginano che dopo poco più di due settimane dalla loro partenza, una tempesta sta per raggiungerli. Quando ricevono il bollettino, i due skipper pensano di poter aggirare l’uragano, ma sfortunatamente non c’è modo di sfuggirgli. Il 12 ottobre 1983 l’uragano Raymond si abbatte su la Hazana, con onde gigantesche e venti a 260 chilometri all’ora.

Richard cerca di governare la barca e spedisce Tami sotto coperta. Poco dopo la barca si rovescia e Tami perde i sensi. Quando si sveglia, 27 ore dopo, di Richard non c’è traccia.

Sotto shock Tami comincia a scrutare l’orizzonte in cerca di Richard.

Con la barca danneggiata e fuori uso e poche scorte di cibo e acqua inizia una lunga traversata verso la salvezza.

Girato in 49 giorni tra le Fiji e la Nuova Zelanda e affidato alla regia di Baltasar Kormakur – Cani sciolti ed Everest - e fortemente voluto da Aaron e Jordan Kandell – sceneggiatori di Oceania-, che lo hanno scritto e prodotto. I due fratelli si sono imbattuti nella vera storia di Tami Oldham, che trascorse 41 giorni alla deriva dopo essere sopravvissuta ad una delle tempeste più violente della storia, mentre lavoravano ad un altro film, innamorandosi immediatamente del progetto. Da subito gli fu chiaro che nessun’altra avrebbe potuto interpretare Resta con me, se non Shailene Woodley –Big Little Lies, Divergent-, e quando al cast si è unito Sam Clafin – Hunger Games, Posh - è stato evidente che avevano la perfetta coppia di attori per interpretare Tami e Richard.

Il film non è indimenticabile, nonostante la bellezza delle scene girate in mare aperto e il terrificante CGI delle scene della tempesta – terrificante perché è di un realismo da mettere paura. Indimenticabile è però la storia che racconta, come la splendida interpretazione di Shailene Woodley, che forse non mi colpiva così tanto dai tempi di The Spectacular Now. L’intensità e la veridicità della sua Tami sono palpabili in ogni scena.

Ciò che fa davvero arrabbiare è la scelta di marketing, a partire dall’adattamento del titolo originale: il volerci vendere per forza una strappalacrime storia d’amore, che c’è per carità, ma di sicuro non è la parte centrale di questo film.

Adrift, è la storia di una donna coraggiosa, che trova dentro di sé la forza di non arrendersi. Il solo pensiero che Tami Oldham non abbia mai smesso di navigare fino ad oggi, nonostante ciò che ha passato, è incredibile.

 “Siamo un ago in un pagliaio blu.”