Cerca

Banner 1
logo
Banner 2
RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
25/03/2024
Green Day
Dookie
1994-2024: i primi trent'anni di “Dookie” dei Green Day.

L'ultimo decennio per i Green Day è stato come un pomeriggio di pioggia che sembra non finire mai. Il loro recente album, Father of All Motherfuckers (2020), è stato praticamente un disastro e dal grandioso American Idiot del 2004 la band ha fatto fatica a mantenere la propria rilevanza.

Quando si parla del picco creativo dei Green Day si entra in un dibattito fitto di argomentazioni su tre album principali: American Idiot, Nimrod (1997) e il classico indiscusso Dookie. Mentre alcuni preferiscono il grido coraggioso di American Idiot e altri la svolta più matura di Nimrod, è Dookie che continua a godere del consenso generale. Quest'album, uscito nel lontano 1994, ha sapientemente definito l'identità della band, lanciandola verso l'apice del successo che l'ha fatta diventare un pilastro del pop punk, una colonna sonora essenziale degli anni Novanta.

 

Dookie parla direttamente all'adolescente che è in ognuno di noi, affrontando tematiche come la depressione, la solitudine, la frustrazione e l'ansia legata al lavoro con un candore e una passione che colpiscono nel segno. Pur non essendo un capolavoro rivoluzionario, l'album si distingue per la sua sincerità, il suo umorismo autoironico e la sua capacità di catturare l'attenzione dell'ascoltatore con melodie orecchiabili e cariche di energia.

Dookie si erge come l'emblema di ciò che il genere dovrebbe incarnare: musica divertente, energica e orecchiabile, che non si prende troppo sul serio. La scrittura dei testi, seppur incisiva e semplice, evita di cadere nei peggiori cliché. Certamente persiste la pericolosità di certe divagazioni e attese interminabili, nell'aspettativa di un futuro che tarda ad arrivare. Tuttavia sorge spontanea la domanda se accettare passivamente, accontentarsi malvolentieri e abbandonare speranze e sogni sia la strada verso un'eternità serena, senza rimpianti.

 

La voce di Billie Joe Armstrong si rivela sorprendentemente adatta al contesto del punk degli anni Novanta, distinguendosi dalle band contemporanee e conferendo un'aura autentica all'intero lavoro. Nonostante la mancanza di innovazione nei decenni successivi, Dookie rimane un solido esempio di musica punk-rock.

Con questo album, i Green Day hanno trovato un equilibrio perfetto, riuscendo a portare il punk-rock in una dimensione più commerciale senza comprometterne l'integrità artistica. Brani come "Longview", "Welcome to Paradise", "She" e "When I Come Around" sono diventati inni generazionali, testimoniando le radici punk della band e il loro impatto duraturo sulla cultura musicale.

"Basket Case", in particolare, continua a essere un singolo iconico che ha resistito alla prova del tempo, dimostrando la capacità dei Green Day di creare musica che parla direttamente al pubblico. Sebbene il loro percorso successivo possa essere stato segnato da alti e bassi,  e Saviors, l’ultimo nato, sembra perpetuare la discesa della band, Dookie rimane un monumento indelebile nella storia della musica, un'opera che ha segnato una svolta significativa nel panorama musicale mainstream.