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REVIEWSLE RECENSIONI
27/07/2018
Isteresi
Casa Nostra
Pop italiano di buona fattura per i siciliani Isteresi
di Andrea Di Blasi

Casa nostra è il primo album ufficiale degli Isteresi, pubblicato da Areasonica Records dopo il primo album autoprodotto della band, Notte nel cuore del 2013.

Il quintetto originario di Enna naviga con sicurezza e leggerezza tra le onde del pop italiano, a partire da ‘Sogni migliori’, traccia d’apertura e primo singolo estratto dall’album, il cui videoclip, ben fatto e che vi consigliamo vivamente di vedere, è stato interamente girato a Londra.

Partecipazioni esterne sono da segnalare in due brani: nella seconda traccia, ‘Ancora un bacio’, in cui la voce di Andrea Colaleo duetta con la bellissima voce di Annalisa Andreoli (e da quanto notiamo su Spotify, la canzone è già stata pubblicata come singolo nel 2017), e nella terza traccia in cui invece è presente un insert rap (ma il nome dell’autore?).

Tutto scorre come deve durante l’ascolto, con alcune piacevoli aperture melodiche nei ritornelli di alcuni brani (vedi ‘Sogni migliori’ o ‘Dove ci sei tu’), con la voce di Colaleo sempre a proprio agio su detti sfondi sonori.

Chiude la prima metà dell’album la ‘negramariana’ (passateci il termine) ‘Senza respiro’, che forse, per quanto riguarda la scrittura, non ha nulla da invidiare alle composizioni della ben nota band leccese: il problema però è che giunti a metà canzone viene in mente la voce di Giuliano Sangiorgi e reggere tale confronto non è affatto facile.

Ci preme segnalare ‘Più forte’, settima traccia, non perché sia qualcosa di incredibile o di mai sentito, ma perché probabilmente sarebbe perfetta come singolo estivo e non sfigurerebbe affatto in qualsiasi playlist dedicata alla bella stagione.

Particolare attenzione merita infine ‘Le stanze dei ricordi’, caratterizzata da un bellissimo arrangianento per piano ed archi, che deve più di qualcosa alle classiche atmosfere di Francesco Renga.

Nel complesso l’album risulta sicuramente ben prodotto ed arrangiato, non si notano particolari sbavature o scelte fuori luogo; forse manca il colpo di genio che possa far saltare l’ascoltatore sulla sedia, ma per far questo c’è tempo, in fondo si tratta soltanto della prima prova discografica ufficiale della band e le premesse per continuare a far bene, forse anche meglio di così, sembrano esserci tutte.

Unico appunto da fare è che probabilmente mettere in risalto i suoni delle tastiere avrebbe consentito agli Isteresi di virare verso un sound più personale, meno vincolato ai rigidi canoni del pop mainstream italiano.