Alla veneranda età di settantasei anni, Graham Nash è in forma smagliante. Chi scrive, ha assistito a una delle tappe italiane del suo recente tour europeo, e si è trovato di fronte un artista fisicamente in palla, la cui voce è rimasta miracolosamente intatta, a dispetto dell’età. Nella scaletta del live, erano presenti tutti i maggiori successi del songwriter inglese, splendide canzoni che oggi vengono raccolte in questo best of doppio, che celebra una carriera lunga più di mezzo secolo.
Il disco, lo diciamo subito, non è indispensabile. Nel 2009, infatti, era uscito un cofanetto, intitolato Reflections, che racchiudeva in tre cd sessantaquattro canzoni, tra cui alcuni inediti e molte alternative takes, oltre ovviamente ai brani arcinoti che hanno reso celebre l’artista originario di Blackpoll. Una raccolta talmente esaustiva, da rendere prescindibile questo più contenuto greatest hits, composto da quindici celeberrime canzoni e da un secondo disco contenente, invece, alcuni demos inediti.
Il primo cd, come dicevamo, dispensa il meglio uscito dalla penna di Nash, che provenga dai suoi lavori solisti, dalla militanza nei CS&N o dal felice connubio con David Crosby. Troverete quindi Marrakesh Express, scritta nel 1968 per essere pubblicata sotto l’egida Hollies (la band di cui il nostro eroe era frontman, prima di approdare in America), e confluita invece nel primo disco a firma Crosby, Stills & Nash, Just A Song Before I Go (scritta in due ore per scommessa con uno spacciatore che non credeva che Nash fosse veramente una rockstar), l’inno hippy di Teach Your Children, le militanti Chicago/We can change the world, tratta da Songs For Beginners, il suo primo disco solista datato 1971 (il singolo, ai tempi, aveva come lato B l’altrettanto bella Simple Man, anch’essa presente in questa scaletta) e Military Madness e quei gioielli nati dalla sua storia d’amore con Joni Mitchell (I Used To Be A King e Our House).
Niente di nuovo sul fronte occidentale, dunque. Sicuramente più interessante, invece, il secondo cd, che contiene svariati demos, alcuni già pubblicati (Right Between The Eyes, Sleep Song e Chicago li trovate anche su Demos di Crosby, Stills & Nash del 2009), altri, invece, decisamente curiosi come una versione in nuce di Teach Your Children risalente al novembre del 1969, le meno embrionali Wasted On The Way e Just A Song Before I Go, la bella Wind On The Water con il fido Joel Bernstein alla chitarra acustica, e altre ancora in versione scarna per voce e chitarra (Our House, Simple Man, Pre - Road Downs, You’ll Never Be The Same).
Tolto lo sfizio di ascoltare le versioni naked di brani che poi sarebbe divenuti leggendari, questa raccolta, come dicevamo, non ha molto di nuovo da offrire, se non il fatto di essere un abbrivio esaustivo per neofiti intenzionati a conoscere una delle figure più importanti del rock americano degli anni ’70. Per tutti gli altri, a meno che non siano completisti malati come il sottoscritto, consiglio semmai l’acquisto del citato Reflections, un vero scrigno di sberluccicanti gioie.
Comunque sia, utilità o meno, Over The Years racchiude cinquant'anni di musica che non invecchia mai e che ci riporta, laggiù, in California, a quei meravigliosi anni '70, quando davvero sembrava possibile che una sola canzone avrebbe potuto cambiare il mondo. Amore eterno.