Quando il 14 febbraio del 2010, all’età di cinquantotto anni, Doug Fieger muore, di lui ormai non si ricorda quasi più nessuno. Doug da tempo non frequentava i giri che contano e i mass media si erano completamente dimenticati di lui. Non era una star di prima grandezza, né un attore famoso o un romanziere da best sellers, e la notizia della sua morte, in Italia, venne relegata in un trafiletto della pagina degli spettacoli di Repubblica. Succede quando da troppo tempo non fai cose memorabili. Eppure Doug meritava un ricordo migliore, perché lui, una paginetta di storia, l’aveva comunque scritta. Era un bravo musicista, non eccelso, ma nel 1979 visse una stagione di infuocato rock’n’roll come leader dei The Knack. Li ricordate i The Knack, vero? Incisero tre album in tre anni dal 1979 al 1981 (nessuno, a dire il vero, imprescindibile), ma il loro successo è legato indissolubilmente a una sola hit, My Sharona, che nei mesi estivi alla fine degli anni settanta, arrivò in testa alle classifiche di mezzo mondo, hit parade italiana inclusa. Il riff della canzone, in verità, l’aveva composto il chitarrista del gruppo, Berton Averre, molti anni prima di iniziare la sua militanza nei The Knack. Doug chiese all’amico se avesse qualche canzone nel cassetto da inserire nella scaletta dell’album d’esordio, Get The Knack, e Berton si ricordò di una vecchia bozza e la fece ascoltare al cantante. Fieger si innamorò immediatamente del brano e mentre lo ascoltava, a cagione di quei tortuosi percorsi che talvolta la nostra memoria imbocca per riportare in vita un ricordo, Doug iniziò a ripensare a una ragazza, una vecchia fiamma del liceo, che quand’era ragazzo gli fece letteralmente perdere la testa. Quella ragazza si chiamava Sharona Alperin, e, per la cronaca, è tuttora vivente ed è una nota agente immobiliare di Los Angeles. Sharona non si limitò però a essere solo la musa ispiratrice del testo (che Fieger compose in quindici minuti), ma si prestò anche come modella per la copertina del singolo, nella quale compare in tutto il suo ruvido splendore, tenendo sotto braccio la custodia di Get The Knack.
Chiamatelo rock, chiamatelo (più correttamente) power pop, chiamatelo come volete, ciò che conta è che My Sharona resta una canzone semplicemente perfetta, una di quelle che anche fra cent’anni continueranno a farci battere il cuore all’impazzata. Inizio di sola batteria, drumming in 4/4 selvaggio e aggressivo, basso a sostegno dopo sei secondi, chitarra ritmica e solista che entrano quasi all’unisono, la voce singhiozzante di Fieger che scimmiotta lo swing del grande Elvis, crescendo e ritornello con tanto di coretti. E mentre la ritmica incalza, la chitarra di Averre scalpita, tende i garretti, fa vibrare le corde con doppie pennate (sentitelo in cuffia), fino a quando non parte, dopo un rapido ponte, in un assolo velocissimo, quasi ansiogeno, eppure privo di sbavature, in un climax surriscaldato ma sempre sotto controllo. Un brano così meravigliosamente costruito ed efficace che riusci ad unire in modo trasversale il mondo degli appassionati di musica, tanto da finire anche nell’ipod di George W. Bush, il Presidente degli Stati Uniti che dichiarò nel 2005 che il brano dei The Knack era uno dei suoi preferiti di sempre. I tre ragazzi losangelini non erano, comunque, dei geni, e in seguito, nonostante qualche discreta canzone, non riuscirono mai più a replicare quel clamoroso successo. Un’altra My Sharona non sarebbe arrivata e Doug Fieger morì dimenticato quasi da tutti.