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REVIEWSLE RECENSIONI
02/01/2018
Robert Finley
Goin' Platinum!
“Goin’ Platinum!” è davvero un signor disco, dove soul e blues la fanno da padrone: ben cantato, ben suonato e, qui casca l’asino, ben registrato, anzi, registrato e prodotto come se fosse uscito cinquant’anni fa.

Decisamente, c’è qualcosa che non quadra.
Album pubblicati oggi che suonano come se fossimo negli anni 60, artisti scoperti con cinquant’anni di ritardo, il passato come unica o quasi ragione d’essere, anche nella nostra musica, che dovrebbe essere sempre un passo avanti alle altre.
So bene che i decenni che vanno da metà degli anni cinquanta agli ottanti sono stati i migliori in assoluto, come innovazione e bellezza, quindi perché sprecare tempo per creare qualcosa di nuovo ? Ci tuffiamo in quel mare magnum e qualcosa verrà fuori. Paradigmatico il disco che vi propongo oggi.
La sua genesi è la classica storia americana: il personaggio di cui parleremo, Robert Finley, ma potrebbe essere chiunque, ad 11 anni riceve dal padre (famiglia non agiata, della Louisiana, of course) i soldi per comprarsi un paio di scarpe, ma Robert, già appassionatissimo di musica, userà quei soldi per comprarsi una chitarra.
All’età di 17 anni si arruolerà nell’esercito verrà mandato di stanza in Germania, dove metterà a frutto la sua passione per la musica formando una band e allietando i suoi commilitoni. Finita la ferma e tornato in patria andrà di casa discografica in casa discografica a cercare uno straccio di contratto, cosa che gli sarà negata.
Troverà impiego come muratore e in altri lavori manuali ma continuerà ad esibirsi come cantante in quei locali da panze gonfie di birra e costine di maiale.
Un peccato direi, perché Finley la voce ce l’ha e pure bella, ma capite bene che nel 1967 o giù di lì la musica black era tutto un fiorire di artisti superlativi e quindi era anche molto facile beccarsi una porta in faccia.
Arrivati ad oggi il nostro buon Robert viene scoperto da Dan Auerbach dei Black Keys che fulminato come San Paolo sulla via di Damasco, si innamora della voce di Finley, lo mette sotto contratto e nell’anno di grazia 2017, all’età di 70 anni e dintorni, il cantante della Louisiana ha il suo posto al sole in forma di disco (vinile, cd, mp3, streaming e bla bla bla).
Che poi “Goin’ Platinum!” è davvero un signor disco, dove soul e blues la fanno da padrone: ben cantato, ben suonato e, qui casca l’asino, ben registrato, anzi, registrato e prodotto come se fosse uscito cinquant’anni fa.
E vince facile, come detto: nella penuria di prodotti black che si ammantano di una finta avanguardia, cosa c’è di meglio che tornare ai “good ol’ days”, intorno ad un braciere acceso che cuoce bistecche t-bone, salsicce di fegato, pannocchie di mais , il tutto annaffiato da boccali di birra ?